giovedì 15 maggio 2014

FdC: i cartelloni preparati dalla Commissione Biblioteca

IN ITALIA, A SCUOLA
«Io voglio rimanere qui. Io voglio andare a scuola qui. Ho fatto tanta fatica a imparare l’italiano, a parlare come parlano i bambini italiani, a scrivere come scrivono loro. Abbiamo rischiato di morire in fondo al mare per venire qui.»
«E a scuola, Viki, nessuno ti dice niente se siamo clandestini
«No, Brunilda. Ai bambini italiani non interessa se siamo clandestini: nessuno di loro me l’ha mai chiesto. È una cosa che interessa solo ai grandi.»
Ora frequento la scuola media. Non ho ancora capito se possiamo chiamarci europei o soltanto stranieri. Ho scoperto però che in Europa non sempre giustizia e legalità coincidono: perché non sempre ciò che è legale è anche giusto, così come è stato per noi.
 E se un giorno, attraversando la periferia di una grande città come Milano, Roma, Napoli, Marsiglia o Barcellona, vi capiterà di vedere una baracca, pensate a chi ci abita. Forse anche lì c’è un bambino che ha tanta voglia di andare a scuola.
Fabrizio Gatti, Viki che voleva andare a scuola, Fabbri editore, 2003
A cura della Commissione di Gestione della Biblioteca civica “Lino Penati”

ABBATTERE I MURI
A COLPI DI LIBRI E VOCABOLARI

Mio marito dice che le disgrazie uniscono e che la povertà è il più forte collante del mondo. Che abbia ragione? Mi domando se sarei diventata amica di queste donne in altre circostanze.

Se fossi rimasta in India, mi sarei mai trovata attorno a un tavolo con una cinese? Avrei mai confidato le mie paure a una bosniaca? Avrei mai parlato intimamente con un’albanese musulmana?


La cosa che mi colpisce di più di questo piccolo e perfetto mondo multiculturale che siamo riusciti a creare in via Ungaretti 25 è l’idioma in cui ci confidiamo le cose.  Due persone che vogliono abbattere il muro linguistico tra di loro sono due esseri ansiosi di costruire un mondo migliore. E noi, armate di mattoni – libri di grammatica e di esercizi, vocabolari e audiocassette – e con tanto cemento di buona volontà, stiamo tirando su con non poco sacrificio l’impalcatura del nostro futuro.
Laila Wadia, Amiche per la pelle, edizioni e/o, 2007


A cura della Commissione di Gestione della Biblioteca civica “Lino Penati”

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