giovedì 29 maggio 2014

FdC: 27/5 Nessuno è escluso

La serata in Filanda con Valentina Pometta, dello Sportello Stranieri di Pioltello, è stata formativa e stimolante. Ha contribuito a chiarire il dedalo di normative sull'immigrazione che negli ultimi 20 anni hanno subito modifiche sempre più restrittive, e in parte inapplicabili.
Il labirinto della legislazione sull'immigrazione
La serata non aveva lo scopo di formare degli operatori ad uno sportello stranieri, ma di diffondere le basi informative che dovrebbe avere ogni volontario di un'associazione che opera con gli stranieri. Da queste informazioni non solo nasce la consapevolezza del "muro" legislativo, ma anche la coscienza della complessità dei servizi e di capacità di ascolto e intercettamento, proprio di uno sportello stranieri. Certo, centrali rimangono le pratiche del permesso e della carta di soggiorno, e le pratiche per il ricongiungimento familiare, ma esistono bisogni che solo una struttura pubblica e comunale può accogliere e sostenere. L'esperienza di Valentina è ventennale, e ci ha raccontato che la Consulta Stranieri a Pioltello è nata quando gli stranieri erano l'8%. Cernusco sul Naviglio è arrivata al 5%, per cui è necessario partire con un progetto di maggiore coinvolgimento dei cernuschesi immigrati da stati extra-comunitari. Compito del Tavolo delle Culture quindi sarà di provare a costruire questo percorso, a partire dalla conclusione della festa delle culture.

Durante la serata, Valentina ha preparato del materiale: Diapositive proiettate durante la serata


Di nuovo emigranti: per lavoro più italiani in fuga che stranieri in arrivo

Statistiche: I numeri dell'immigrazione (clicca qui)
A partire sono soprattutto 40enni laureati o diplomati.  (da La Stampa del 28/5/2014) 
La svolta nel 2014: dopo decenni bilancio migratorio negativo

Mosca è una delle mete preferite dagli italiani che espatriano. Nei primi mesi del 2014 gli italiani residenti a Mosca sono diventati seimila
A lungo siamo stati un popolo d’emigrati, un po’ per spirito d’avventura molto per necessità. Siamo anche stati - ed è storia recente - terra promessa per chi fuggiva dalla miseria, dalle dittature o dal crollo dei regimi. Ora siamo di nuovo in fuga. 
L’Italia non piace più. Né agli stranieri, che fino a qualche anno fa si catapultavano dentro i nostri confini in cerca di una vita migliore, né agli italiani che sempre più spesso fanno le valigie senza sapere se e quando torneranno. Il 2014 sarà il primo anno a saldo migratorio negativo, sostiene la Caritas Migrantes. Fuori dalle definizioni statistiche, significa che i nostri connazionali in fuga dalla crisi saranno più degli stranieri in cerca di lavoro e dei disperati che sfidano la morte affrontando strazianti viaggi nel Mediterraneo. La bilancia penderà verso i fuggiaschi per almeno 20-30 mila persone. Non era mai successo. Non da qualche decennio, almeno.  
Mentre i barconi rovesciano profughi al largo della Sicilia - secondo Frontex, l’agenzia europea che monitora le frontiere, ne sono già arrivati 25 mila - il flusso di stranieri verso l’Italia per ragioni di lavoro (i cosiddetti «migranti economici») si è quasi arrestato: dai 300 mila e più degli anni scorsi ai 30 mila che si prevedono quest’anno. «La capacità attrattiva dell’Italia è certamente diminuita, anche perché la crisi qui ha penalizzato gli immigrati più degli italiani», spiega Ferruccio Pastore, direttore del Forum internazionale ed europeo di ricerche sull’immigrazione. «La domanda di lavoro immigrato esiste ancora, ma oggi è in parte assorbita da stranieri che sono già in Italia e hanno perso il lavoro. Per chi arriva da fuori, quindi, le opportunità si sono ridotte».  

Calais e Melilla, Lampedusa d'Europa

Calais: evacuazione “sanitaria” di migranti (da Il Manifesto del 28/5/2014)
Calais, Europa, con­fine della zona Schen­gen. In que­sta città, che ha dato il 31,75% al Fronte nazio­nale il 25 mag­gio, ieri ha avuto luogo un’espulsione di due campi improv­vi­sati di immi­grati clan­de­stini, situati in cen­tro, uno sul bordo di un canale l’altro sul porto da dove par­tono i fer­ries per la Gran Bre­ta­gna, la desti­na­zione sognata. Su ordine del Pre­fetto, all’alba i poli­ziotti hanno cir­con­dato le zone occu­pate da tende di recu­pero, dove hanno tro­vato rifu­gio 550–600 per­sone, pro­ve­nienti da paesi in guerra: Siria, Afgha­ni­stan, Sudan, Eri­trea. In mag­gio­ranza sono gio­vani uomini, anche mino­renni, sem­pre più dispe­rati, dispo­sti a pren­dere sem­pre mag­giori rischi per pas­sare clan­de­sti­na­mente sull’altra sponda della Manica.
L’espulsione era stata annun­ciata il 21 mag­gio. La moti­va­zione data dal Pre­fetto, Denis Robin: si sta dif­fon­dendo un’epidemia di scab­bia, i migranti vivono in con­di­zioni deplo­re­voli e la malat­tia rischia di con­ta­giare anche gli abi­tanti di Calais. Ci sono mon­ta­gne di immon­di­zia, c’è il fango, non c’è acqua pota­bile non ci sono sani­tari. Le asso­cia­zioni che si occu­pano di migranti, del resto, il 27 mag­gio ave­vano inviato una let­tera al primo mini­stro Manuel Valls per denun­ciare il degrado della situa­zione sani­ta­ria, in campi di for­tuna cre­sciuti a dismi­sura, dove non esi­ste nes­suna strut­tura di acco­glienza e dove vivono più di 800 per­sone. Chie­de­vano di tro­vare una solu­zione di allog­gio decente.
Gli agenti ieri hanno pro­po­sto ai migranti di salire sui pull­man, pro­met­tendo di por­tarli non si sa bene dove, in un cen­tro dove pren­dere “una doc­cia”. E’ stata data loro una com­pressa con­tro la scab­bia, ne dovreb­bero pren­dere un’altra tra una set­ti­mana, ma nes­suno sapeva dove tro­vare rifu­gio. Il Pre­fetto ha affer­mato che una solu­zione sarà tro­vata per i mino­renni. Ha pro­messo che non ci saranno con­trolli di docu­menti né arre­sti, salvo in caso di ribel­lione. Secondo Cécile Bossy di Méde­cins du Monde, la scusa sani­ta­ria è “un car­ne­vale, un simu­la­cro di cura” messo in scena dalla Pre­fet­tura. Per Vin­cent Deco­ninck del Secours catho­li­que, “la con­co­mi­tan­tza dell’evacuazione con l’annuncio della cura per la scab­bia è inde­gna”. La ten­sione è stata molto forte ieri, ci sono stati scon­tri tra poli­zia e mili­tanti di difesa dei diritti umani. Un folto gruppo di migranti ha cer­cato di bar­ri­carsi in una zona chiusa, dove la sera viene distri­buito dalle asso­cia­zioni il solo pasto della gior­nata. Nel pome­rig­gio, senza avere nes­suna solu­zione al pro­blema, il Pre­fetto ha dato il per­messo ai migranti di restare sul posto per pas­sare la notte.

martedì 27 maggio 2014

FdC 24/5: Musica naturale senza barriere

"Chiunque cammini lungo una spiaggia può apprezzare il recital delle onde.
Ma soltanto un poeta marino, che porti nelle proprie orecchie, dalla nascita alla morte, l'ostinato del mare, può con precisione misurare sistole e diastole delle onde e delle maree."                                                                
R. Murray Shafer   IL PAESAGGIO SONORO

Così si presenta Mariolina Zitta sul suo sito web http://www.musicanaturale.it/ ed è l'animatrice del progetto effettuato nelle scuole elementari dell'istituto comprensivo Don Milani. I bambini e le bambine di 1a e 3a elementare, hanno sorpreso il pubblico, con una esibizione unica. Con strumenti presi dalla natura, dai sassi ai legni, dalle pietre di ardesia alle conchiglie, per riprodurre il canto della natura, creando emozione e commozione, in un abbraccio appassionato tra la musica e tutti i presenti.

Un abbraccio, come miglior atto concreto e simbolico di incontro.
Sino alla lettura di una partitura di musica naturale, difficile per un bambino di prima elementare che non ancora gli elementi di lettura di una partitura musicale. Eppure l'hanno fatto, con naturalezza.
Sino alla danza ritmica, simulando i passi degli animali, con l'appropriato coordinamento motorio.
Insomma una sorpresa e un successo, per le scuole e per Mariolina.

Poi è stato presentato il progetto di Vincenzo Gedda insieme ad una classe di seconda elementare, basato sulla storia di Pinocchio. Musica, mimo e danza, in una coinvolgente scenografia di movimenti mai casuali, direi poetici, evocativi di una rinascita possibile, di una leggerezza che è quello della crescita. In un processo di liberazione che comprende condizionamenti, errori e drammi. In un processo collettivo di liberazione come avvenuto sul palco, in una catarsi conclusa con il soffio delle piume colorate.
Coi colori dei cittadini del mondo, oltre le barriere, oltre i confini che i "grandi" costruiscono in modo spesso arbitrario.

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Fdc 2014: Progetto della scuola elementare con Emergency

La multiculturalità nasce nelle aule delle nostre scuole, grazie al lavoro delle docenti e dei docenti, grazie ai progetti sostenuti dall'amministrazione pubblica.

Ecco i pannelli risultanti da tale lavoro, fatto nelle scuole elementari Manzoni di Cernusco sul Naviglio.

Dall'incontro dei ragazzi con Emergency per capire l'importanza della solidarietà internazionale e della convivenza pacifica,
alla visione del film "Vado a scuola" di Pascal Plisson (titolo originale "Sur le chemin de l'école"). Un documentario di produzione francese, che attraverso la storia di bambini in vari paesi del mondo (Cina, Sudafrica, Brasile, Colombia), racconta di come vanno scuola nonostante le difficoltà che incontrano.
Per capire l'importanza della conoscenza, ma anche per vedere altre parti della realtà, altre parti del mondo: sentirsi parte dello stesso mondo, vuol dire conoscersi.

I nostri figli, le  future generazioni, hanno davanti la grande sfida del melting-pot europeo, già in atto e inarrestabile.

Non servono muri o leggi liberticide, serve un piano di accoglienza e di liberazione dalla schiavitù dei paesi del terzo mondo. Non con le armi, ma con la pace e la solidarietà.


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Il Tappeto dell'amicizia

All'interno dei progetti interculturali, Bau Atelier ha operato nelle scuole dell'infanzia con il suo progetto "PROGETTO ARCOBALENO", ovvero L’ARTE PER INSEGNARE AI BAMBINI IL VALORE DELLE DIVERSITÀ E DELL’INTERCULTURA.

Il "PROGETTO ARCOBALENO" consiste in un percorso di educazione all'intercultura rivolto ai bambini di quattro anni ed è frutto della collaborazione fra le insegnanti delle Scuole dell'Infanzia di via Buonarroti e via Don Milani e l’Associazione Culturale Bau Atelier. Il progetto è stato proposto e finanziato dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Cernusco sul Naviglio nell'ambito del "Piano per il Diritto allo Studio".

Prendendo spunto dalla lettura del racconto “IL TAPPETO DELL’AMICIZIA” abbiamo proposto due percorsi creativi per sperimentare concretamente l’esistenza delle diversità nei colori e nei materiali usati e scoprire la bellezza nel metterli insieme.

E poi...via libera alla creatività con lane e colori!

L'ARTE NON HA FRONTIERE!

FdC 23/5: una serata indimenticabile

La serata è iniziata con il concerto di Jovica Jovic e i Muzicanti. Ma chi è il maestro Jovica ?
Nato in Serbia, da una famiglia rom, suona da quando aveva 9 anni. Il suo strumento è la fisarmonica, e le sue musiche sono intrise delle note rom e delle sfumature balcaniche. Ha registrato numerosi dischi nella sua vita, come solista o come membro di orchestre: il primo fu nel 1972, si intitolava Beograd Disc e venne inciso in Serbia. In seguito, con una formazione di 7 elementi in Austria, ha inciso un disco e un video musicale.
In Italia ha collaborato nel 2000 con Piero Pelù, partecipando alla sua tournée e registrando un video con lui.
Jovica è un musicista e anche un cantastorie: la dimensione del cantastorie indica un mondo dove le storie nascono da uno scambio ripetuto tra chi dice e chi registra, da un interesse per l’altro, da parte del ricercatore, che annulla la distanza, proprio perché riconosce come valore la differenza.  Moni Ovadia e Marco Rovelli hanno scritto un libro sulla sua vita, dal titolo “La vita meravigliosa di Jovica Jovic”.
Si legge nel libro: “Bisogna sempre attraversare terre sconosciute, prima di capire e giudicare. Non è restando nel recinto che si cresce”.

Vorrei aggiungere: perché questo percorso avvenga, bisogna aver fiducia profondamente negli altri. Sospendere il nostro bagaglio di pregiudizi e conoscenze, e conservare le parole e le musichi che l’altro ci offre, come un qualcosa che ci passa dentro, che ci abbraccia.

Nello sguardo di Jovica, a fierezza e la malinconia di un popolo che viene da lontano, che ha percorso millenni.
Il suo progetto musicale è quello di amalgamare musicisti, che intorno a lui, italiani e rom, suonano nei concerti in diverse formazioni.
Lo chiamano "maestro", non solo di musica: anche di vita.

Poi la serata è continuata con l'intervento di Alieu Diop, giornalista del Corriere delle Migrazoni. Presentato da Nadia Comi, dell'associazione Spazio Solidale, Alieu ha raccontato il suo lavoro di valorizzazione della letteratura migrante, mediante interviste a scrittori e scrittrici di origine extra-comunitaria.
Alieu ha incontrato un universo femminile ricco di creatività letteraria e di propulsione alla promozione culturale.
Alieu ha presentato il frutto del suo lavoro, mediante un video-intervista. Interessante il suo lavoro, come i racconti dei vari intervistati, del rapporto tra lingua italiana e universo culturale di origine. Come racconta Mohammed Ba, trasferire la cultura africana nella lingua italiana, non è solo una traduzione, ma è
una elaborazione, una declinazione nelle metafore e nelle usanze di un popolo diverso. Eppure è possibile, e i loro libri lo dimostrano. E dimostrano chiaramente la pari dignità di ogni uomo, che indipendentemente dalle sue origini, deve avere l'opportunità di esprimersi e di affermare la propria identità.


Per concludere la serata, la Scuola di danza Aloysius di Bussero, ha infine presentato due pezzi di danza, uno di danza del ventre e uno di flamenco.

Colori e movimenti, hanno chiuso la serata, densa di emozioni e di stimoli.

"Sono serate come queste, che arricchiscono e che lasciano qualcosa dentro, di così profondo, che non sai trovare parole."


Di così profondo, come un seme ...





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FdC 22/5: Una filarmonica a Cernusco !!!

Con un successo sorprendente il 22/5 all'Auditorium Maggioni gli allievi e gli ex-allievi delle scuole medie hanno esibito le loro capacità musicali in varie formazioni miste, dal Sistema Orchestra (nato solo nei mesi scorsi, in cui i ragazzi hanno imparato a suonare insieme e non con lezioni individuali) all'orchestra di chitarre, passando per un mix di strumenti a corda e a fiato insieme ai cori Incanto e Vladì, dai ragazzi della Bardarò Clarinette Ensemble sino all'esecuzione finale di 120 ragazzi insieme, per suonare "O fortuna" di Carl Orff.
L'intercultura passa attraverso l'arte, e la musica è una delle modalità che a Cernusco sta da anni coinvolgendo centinaia di ragazze e ragazzi, una ricchezza senza frontiere che ha il potere di costruire relazioni basate sul dialogo strumentale e sull'espressione collettiva.

In questo senso, come Assessore all'Istruzione e alle Culture, sostengo queste iniziative e i progetti come il Sistema Orchestra, non solo importante per la crescita individuale degli allievi e delle allieve: è importante anche per la promozione della cittadinanza, per uscire dagli schermi della TV e dalle false promesse dei reality show. La crescita funziona nel consentire l'espressione di ogni peculiarità singola nell'ambito di una "orchestra" sociale. Avanti tutta !!





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lunedì 26 maggio 2014

FdC 21/5: I colori della voce e del ballo

Le scuole stasera hanno inaugurato la piccola maratona di 4 giorni della Festa delle Culture.
All'insegna della pace e del dialogo interculturale, i cori delle scuole medie, Incanto e Vladì, hanno cantato pezzi che partendo dalla Gigogin sono passati per l'Asia e il Sudamerica sino all'Africa, perché il canto è il più antico delle espressioni comunicative dell'umanità, e con il canto si racconta la storia della nostra evoluzione.
E poi la danza, che è insieme al canto, l'espressione corporea dei nostri sentimenti, del nostro essere che si manifesta nei gesti armonici e armoniosi. E se il canto ha origine nell'anima per incontrare l'ascolto dell'altro, la danza nasce dal corpo trascinando il cuore dell'osservatore. L'espressione è un canale di comunicazione, un dialogo per superare le barriere che i pregiudizi e le burocrazie costruiscono tra i popoli, tra le persone di culture differenti.

La differenza è una ricchezza, e l'opportunità per crescere insieme migliori.
"Ciò che impedisce alle persone di vivere insieme è la loro stupidità, non le loro differenze." (Anna Gavalda, Insieme, e basta, 2004).
"Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze." (Paul Valéry)
"Un linguaggio diverso è una diversa visione della vita. " (Federico Fellini)
La differenza ha profonde radici storiche e culturali ed è il frutto delle risposte che i diversi gruppi umani hanno saputo dare ai differenti habitat con cui si sono trovati a convivere.
Ma questo non determina la superiorità intellettuale di una etnia su un'altra
.
Il genetista L.Cavalli ha dimostrato che le razze non esistono, e che l'evoluzione sociale dell'uomo non può che portare ad una società multiculturale, se l'istinto di sopravvivenza riuscirà a sovrastare l'ingordigia del profitto di pochi e l'egoismo di chi il benessere non lo vuole distribuire con gli altri.
Ecco partendo da questi concetti, tutte le esperienze didattiche ed extra-didattiche, che si pongono come obiettivo la consapevolezza dell'importanza della diversità e del dialogo, possono contribuire a costruire questa società multiculturale, multicolorata, dai mille suoni e linguaggi.


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mercoledì 21 maggio 2014

La sfilata di moda etica, in piscina

La sfilata promossa da BANCA ETICA e organizzata da GASSOSA DI CERNUSCO, PROLOCO e ACLI insieme al Tavolo delle Culture, ha visto sfilare le mamme e le ragazze dell'ASSOCIAZIONE ITALIANA DISLESSIA.

L'ENJOJ CENTER ha collaborato e offerto la location, che è risultata molto suggestiva.

Il centro FITNESS ha offerto una esibizione di ZUMBA.
I banchetti delle Associazioni hanno colorato la piscina, e il GAS ha offerto un rinfresco con prodotti della CASCINA NIBAI, AZIENDA CORBARI e del COMMERCIO EQUO E SOLIDALE.

Save the Children ha organizzato un laboratorio interculturale per i bambini.

La moda etica si basa su semplici concetti.



Materiali etici:
Materiali di provenienza biologica certificata senza uso di coloranti e additivi chimici che fanno male al corpo umano soprattutto dei bambini e di chi ha la pelle sensibile. Senza uso di inquinanti, per cui senza impatto sull’ambiente, sulle falde acquifere, sui campi agricoli, sull’acqua che beviamo. L’utilizzo di seta, cotone, canapa, lane, portano al recupero di tessuti d’altri tempi, e nel caso della lana di ripristino di razze di pecore in via di estinzione.
Materiali di riciclo, come nel caso della produttrice Quagga che con la plastica produce giubbotti invernali, quindi animal-free.

Produzione etica
Il rapporto di lavoro è tutelato per i lavoratori coinvolti nella produzione, spesso solidale e cooperativo. A differenza della produzione industriale che decentra in Asia il lavoro con un costo della manodopera ridicolo e condizioni di lavoro drammatiche. L’eccidio del 2013 in Bangladesh di oltre 1000 lavoratori tessili, è il più grave incidente mondiale nel mondo del lavoro, ed è solo la punta dell’iceberg. Il commercio equo e solidale è un pilastro portante dei produttori di moda etica, ma ci sono anche aziende familiari e piccole imprese che vivono il lavoro come una crescita collettiva, e non una coercizione per favorire l’arricchimento di pochi.

giovedì 15 maggio 2014

FdC: i cartelloni preparati dalla Commissione Biblioteca

IL MISURATORE
D’ITALIANITA’
Un assessore in visita ad una scuola primaria di Roma ha dichiarato che i bambini nati in Italia da genitori stranieri non sono realmente italiani.
A me è salita un attimo di ansia identitaria. Qui se si comincia a misurare l’italianità a seconda dei genitori, potrei avere dei problemi pure io. Perché non solo mio padre non è italiano ma io non sono neppure nata in Italia: però ci ho vissuto 20 anni, vale?

Quanti punti di italianità mi dà il fatto che a casa mia il Natale si festeggi con i tortellini? Ma poi quanti punti mi toglie il fatto che al tavolo sia seduto mio padre inglese e per giunta mio zio cinese, il marito di mia zia, sorella di mia madre?

Del resto mentre si mangia si parla solo italiano perché d’altronde questa è la lingua che tutti capiamo e mio zio (quello cinese) è cittadino italiano!

Dal punto di vista burocratico, l’unico straniero a tavola è mio padre che però mangia più tortellini di mia madre (italiana con genitori e nonni italiani).

Mi confondo sempre quando si utilizza la parola cultura: cosa si intende per cultura italiana? Cantare l’inno? Essere bianchi? Andare in chiesa? Parlare italiano? Pagare le tasse? Non pagarle? Essere cattolici o almeno cristiani ma comunque almeno non musulmani? Essere mammoni? Essere precari? Mangiare i tortellini vale?

Testimonianza tratta da www.litaliasonoanchio.it


A cura della Commissione di Gestione della Biblioteca civica Lino Penati

FdC: i cartelloni preparati dalla Commissione Biblioteca

IN ITALIA, A SCUOLA
«Io voglio rimanere qui. Io voglio andare a scuola qui. Ho fatto tanta fatica a imparare l’italiano, a parlare come parlano i bambini italiani, a scrivere come scrivono loro. Abbiamo rischiato di morire in fondo al mare per venire qui.»
«E a scuola, Viki, nessuno ti dice niente se siamo clandestini
«No, Brunilda. Ai bambini italiani non interessa se siamo clandestini: nessuno di loro me l’ha mai chiesto. È una cosa che interessa solo ai grandi.»
Ora frequento la scuola media. Non ho ancora capito se possiamo chiamarci europei o soltanto stranieri. Ho scoperto però che in Europa non sempre giustizia e legalità coincidono: perché non sempre ciò che è legale è anche giusto, così come è stato per noi.
 E se un giorno, attraversando la periferia di una grande città come Milano, Roma, Napoli, Marsiglia o Barcellona, vi capiterà di vedere una baracca, pensate a chi ci abita. Forse anche lì c’è un bambino che ha tanta voglia di andare a scuola.
Fabrizio Gatti, Viki che voleva andare a scuola, Fabbri editore, 2003
A cura della Commissione di Gestione della Biblioteca civica “Lino Penati”

ABBATTERE I MURI
A COLPI DI LIBRI E VOCABOLARI

Mio marito dice che le disgrazie uniscono e che la povertà è il più forte collante del mondo. Che abbia ragione? Mi domando se sarei diventata amica di queste donne in altre circostanze.

Se fossi rimasta in India, mi sarei mai trovata attorno a un tavolo con una cinese? Avrei mai confidato le mie paure a una bosniaca? Avrei mai parlato intimamente con un’albanese musulmana?


La cosa che mi colpisce di più di questo piccolo e perfetto mondo multiculturale che siamo riusciti a creare in via Ungaretti 25 è l’idioma in cui ci confidiamo le cose.  Due persone che vogliono abbattere il muro linguistico tra di loro sono due esseri ansiosi di costruire un mondo migliore. E noi, armate di mattoni – libri di grammatica e di esercizi, vocabolari e audiocassette – e con tanto cemento di buona volontà, stiamo tirando su con non poco sacrificio l’impalcatura del nostro futuro.
Laila Wadia, Amiche per la pelle, edizioni e/o, 2007


A cura della Commissione di Gestione della Biblioteca civica “Lino Penati”

FdC: i cartelloni preparati dalla Commissione Biblioteca

Tanti diritti
Tanti diritti, dei bei diritti dritti,
non dei diritti storti,
però, però; però:
quando mangi, perché tu hai il diritto di essere nutrito,
ricorda chi non mangia perché ha il diritto, e non il cibo.
E quando giochi, perché hai il diritto di giocare,
ricorda chi non gioca, perché non ha il posto per giocare.
Quando vai a scuola, perché hai il diritto di essere educato,
ricorda chi ha il diritto, e non la scuola.
Quando riposi, perché tu hai il diritto di riposare,
ricordati di chi ne ha il diritto ma non può riposare.
Ricorda il tuo diritto, ma anche il suo rovescio,
perché c’è un diritto che non hai: dimenticare.
(Roberto Piumini)

A cura della Commissione di Gestione della Biblioteca civica Lino Penati

lunedì 12 maggio 2014

FdC: Opuscolo con il programma e la composizione del Tavolo delle Culture

Quest'anno abbiamo prodotto un opuscolo contenente il programma e la lista delle Associazioni aderenti al Tavolo delle Culture con il loro logo e indirizzo internet:
              Link al file PDF dell'opuscolo
L'opuscolo sarà distribuito durante le iniziative della Festa,

Inoltre è disponibile la presentazione delle Associazioni aderenti al Tavolo delle Culture, nel seguente documento:
Presentazione delle Associazioni aderenti al Tavolo delle Culture

martedì 6 maggio 2014

Fdc 2014: COLORI DAL NORDEST BRASILIANO

Operazione Cachoeira de Pedras e Futura, con il patrocinio della Città di Cernusco s/n,  organizzano presso Biblioteca civica “L.Penati” Via Cavour, 51 Cernusco S/N

5-10 Maggio 2014
Mostra del pittore brasiliano João Batista 

Mercoledi 7 Maggio – Ore 17   
Presentazione del bassorilievo di João Batista donato al comune di Cernusco S/N dall’associazione Futura

Sabato 10 Maggio – Ore 21
Incontro con il pittore João Batista
             Partecipano:
Erica Spinelli (Cachoeira de Pedras)
Roberto Codazzi (Futura)
DON SANDRO SPINELLI

 

lunedì 5 maggio 2014

Contro la povertà, il dovere di cooperare

Lunedì sera in Filanda, l'associazione La Comune L.Bottasini ha presentato gli interventi di Cooperazione Internazionale che sta effettuando in Nicaragua presso la comunità rurale di El Bonete, composto da oltre 1600 persone. Come Assessore con delega alla Cooperazione Internazionale sono soddisfatta non solo dell'opera utile e necessaria per le popolazioni del SUd del mondo, ma soprattutto dal lato umano, dal contesto relazionale che la cooperazione offre come alternativa reale al conflitto e alla diseguaglianza.
Grazie al bando 2014 vinto a Cernusco sul Naviglio, potrà riparare la scuola che alloggia oltre 300 bambini, e predisporre un'aula multimediale. In una comunità composta di contadini, ancorata ai suoi valori e alla staticità sociale, non è stato facile convincere dell'importanza della formazione.
La formazione permette di avere un luogo sicuro e controllato per i bambini e i ragazzi, in un'area ove è alto il pericolo di rapimento per trapianti di organi e per costringere le ragazzine alla prostituzione. Ma non solo: è una opportunità per consentire agli individui di crescere culturalmente e di affermarsi socialmente. Così è stato per 18 ragazzi che stanno frequentando l'università, e per quelli che si sono già laureati. La cooperazione infatti deve avere tra gli scopi, quello di rendere consapevoli e aumentare l'autonomia dei destinatari. Un'autonomia che può permettere la crescita sociale e culturale non solo dell'individuo, ma anche della comunità e del paese intero. In questo senso è importante il lavoro fatto da questa associazione, come altre ONG, sul fronte della formazione. A Carugate un esperimento interessante è stato quello di far comunicare una classe delle medie italiane con la scuola di El Bonete: una contaminazione che ha arricchito entrambi i fronti, portando consapevolezza e una conoscenza necessari per capire come è importante la convivenza multiculturale salvaguardo le differenza, ma cercando di parificare le opportunità e quindi i diritti.

Proprio grazie a due di questi ragazzi laureati, è stato fatto uno studio insieme all'associazione per individuare una risorsa del territorio da utilizzare per il filtraggio delle acque: infatti il 61% delle malattie è causato in Nicaragua, dalla mancata igienizzazione dell'acqua che viene bevuta e utilizzata per lavarsi e lavare gli alimenti. L'acqua è un dramma comune a tutto il Sud del mondo: il 75% della popolazione mondiale non accede a fonti idriche potabili e igieniche, causando milioni di morti e di malattie infettive. Lo sconvolgimento degli ecosistemi, a causa dell'assenza di controlli nelle estrazioni delle materie prime e all'utilizzo di fertilizzanti chimici fortemente inquinanti nelle aree agricole, porta alla riduzione di risorse idriche "pulite". L'oro blu scarseggia in molti paesi del Sud del mondo, e le responsabilità spesso sono causate da aziende del Nord del mondo. In questo senso lo studio dell'associazione La Comune, ha individuato in un frutto del territorio, il mezzo giusto per ottenere il carbone attivo, da utilizzare in appositi filtri in terracotta.

I contadini si occupano della raccolta e la cottura dei frutti per ottenere il carbone attivo, mentre le donne costruiscono a mano i vasi di terracotta. Quindi oltre al beneficio del filtraggio dell'acqua (2 litri di acqua all'ora per ogni vaso-filtro), questo intervento ha permesso ad alcune famiglie di aumentare la loro redditività grazie alla vendita dei frutti raccolti, del carbone ottenuto e dei vasi-filtro. Lo stesso ONU ha manifestato interesse verso questo tipo di filtro, che sfrutta risorse naturali e del territorio, senza il problema della gestione rifiuti dei filtri p.es. in plastica.

Di fronte alla depredazione delle risorse (in Nicaragua le risorse più importanti come caffè e oro sono in mano ad aziende tedesche, americane, canadesi), la cooperazione internazionale è un dovere per noi cittadini del Nord. La diseguaglianza e la povertà sono STRUTTURALI all'arricchimento di queste imprese e alla garanzia del benessere della maggioranza della popolazione del Nord del mondo, ma dal 2008 questo paradigma è collassato. Paesi come la Grecia, la Spagna e l'Italia soffrono lo spostamento delle ricchezze e la loro concentrazione in poche mani, in poche imprese. Questo modello di sviluppo non può funzionare, e la cooperazione internazionale cerca di operare concretamente e umanamente per porre un rimedio.

Senza perdere di vista che questo impegno non mette a posto la coscienza di nessuno: è necessario che si diffonda la conoscenza di questo impegno, soprattutto nelle nostre scuole, per capire l'altra parte del mondo che soffre e che non ha accesso ai diritti e alle risorse che per noi sono scontate, a portata di mano, quotidiane, come l'acqua dei nostri rubinetti.

La cooperazione è un rubinetto necessario per la coscienza sociale di questa nostra comunità malata, che difende il proprio benessere a scapito del malessere del resto del mondo.





venerdì 2 maggio 2014

Primo maggio nei Parchi con la Festa delle Culture


La Festa delle Culture ha iniziato con una splendida giornata primaverile, che sullo sfondo della Festa dei Lavoratori del primo maggio, ha varato la sua 7a edizione.


Dalle 9,30 si è formata la fila al gazebo per iscriversi alla marcia non competitiva "RinCorriamo le differenze" organizzato da Kem Kogi. Più di 100 persone hanno partecipato alla marcia di 6 km da Cernusco sul Naviglio sino a Vimodrone, percorrendo l'alzaia del naviglio Martesana.
Chi correndo o passeggiando, chi pedalando in bici, chi con i roller e anche con il cane al guinzaglio, ma tutti insieme in sinergia con la natura e lo spirito di solidarietà della giornata.

I corridori, ciclisti e rolleristi alla fine della corsa hanno trovato ristoro al banchetto di Eticomondo, con frutta cioccolata e bevande del mercato equo e solidale.

Successivamente gli scout dell'Agesci e gli operatori di Kem Kogi hanno tenuto un laboratorio interculturale per i bambini, per insegnare in modo ludico la necessità della convivenza pacifica delle differenze.



Dopo il pranzo presso la casa degli Alpini, nonostante gli spazi ristretti un folto gruppo di ragazzi di origine pakistana dell'associazione Ventanas ha organizzato un laboratorio di costruzione di aquiloni, che ha riscosso un'ottima partecipazione.
Non solo i bambini che pazientemente si sono adoperati con colla, carta e bastoncini per costruire il proprio aquilone, ma anche gli adulti hanno voluto imparare l'arte dell'aquilone.






Altri ragazzi dell'associazione Ventanas hanno coinvolto i bambini in una piccola dimostrazione di cricket, dal lancio della palla alla battuta.

Il cricket è uno sport nato in Inghilterra nel XVI secolo, diffusosi nel 1700 nelle colonie inglesi come Pakistan India Sri lanka e Bangladesh. Dopo la liberazione dall'imperialismo inglese, in tali nazioni i lcricket è rimasto uno sport praticato e molto diffuso.




Per concludere la giornata ci sè spostati presso il Parco dei Germani, per lanciare in volo gli aquiloni. I bambini aiutati dai ragazzi pakistani hanno provato l'ebrezza del volo.
Sembra facile ma per alzare un aquilone bisogna controllare la direzione del vento, e saper tirare il filo, abilità che hanno molti bambini e ragazzi pakistani.


E per coloro che non sono riusciti a mandare in volo i propri aquiloni, una corsa nel verde ha comunque reso felice la giornata.