La Filanda aprirà i battenti alle 10 con i banchetti delle Associazioni del territorio, che insieme all'Ufficio Cooperazione Internazionale aderiscono al progetto in sostegno dei minori del popolo Saharawi (vedi link)
Sempre alle 10 partirà la "Christmas Run - La corsa i n Rosso" organizzato da Pro Loco Città di Cernusco s/Naviglio insieme a Protezione Civile, Croce Bianca, Enjoj Center, Beni Comune Cernusco, Nazca Mondoalegre e la cooperativa "Taivè - un filo per l'integrazione" (che ha prodotto a mano i cappelli di babbo natale) vedi link
Poi alle 11 in sala Frigerio, un concerto di musica con il'Orchestra Progetto Sistema.
Alle 16.30 torna a Cernusco il maestro Jovica Jovic con un intervento tra musica e teatro, alle 16.30 in Sala Frigerio.
E poi laboratori e animazioni natalizie su e giù per la Filanda.
mercoledì 10 dicembre 2014
venerdì 19 settembre 2014
"Puliamo il mondo"
Una iniziativa global ma per certi versi no-global ... Al centro infatti il recupero del rapporto consapevole con il territorio e la necessaria tutela del verde, come beni comuni preziosi. Beni che dovrebbe vedere ognuno, ogni cittadino del mondo, prendersi cura soprattutto perché è un bene pubblico e globale. Contro i danni dell'inquinamento dovuto al mancato rispetto delle regole di convivenza e di salvaguardia degli spazi pubblici. Ecco lo spirito dell'iniziativa "puliamo il mondo" di Legambiente che a Cernusco sul Naviglio si svolgerà il 27/9 con ritrovo alle ore 8.30 al campo di rugby per pulire il Naviglio.
"Puliamo il Mondo è l'edizione italiana di Clean up the World, il più grande appuntamento di volontariato ambientale del mondo.Dal 1993, Legambiente ha assunto il ruolo di comitato organizzatore in Italia ed è presente su tutto il territorio nazionale grazie all’instancabile lavoro di oltre 1000 gruppi di "volontari dell'ambiente", che organizzano l'iniziativa a livello locale in collaborazione con associazioni, aziende, comitati e amministrazioni cittadine.
"Puliamo il Mondo è l'edizione italiana di Clean up the World, il più grande appuntamento di volontariato ambientale del mondo.Dal 1993, Legambiente ha assunto il ruolo di comitato organizzatore in Italia ed è presente su tutto il territorio nazionale grazie all’instancabile lavoro di oltre 1000 gruppi di "volontari dell'ambiente", che organizzano l'iniziativa a livello locale in collaborazione con associazioni, aziende, comitati e amministrazioni cittadine.
giovedì 11 settembre 2014
Alunni stranieri
Nasce un nuovo organismo al ministero dell’Istruzione, avrà poteri consultivi e propositivi.
“Individuare soluzioni per un effettivo adeguamento delle politiche di integrazione scolastiche alle reali esigenze di una società sempre più multiculturale e in costante trasformazione”.
Questo lo scopo
dell’ "Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura" istituito oggi 9/9/2014 con un decreto dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. L’Osservatorio, spiega una nota del Miur, “dovrà, in particolare, promuovere e “suggerire” politiche scolastiche per l’integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana e verificarne la loro attuazione (anche tramite monitoraggi), incoraggiare accordi interistituzionali e favorire la sperimentazione e l’innovazione metodologica didattica e disciplinare”. Dovrà inoltre "esprimere pareri e formulare proposte su iniziative normative e amministrative” di competenza del ministero.
dell’ "Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura" istituito oggi 9/9/2014 con un decreto dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. L’Osservatorio, spiega una nota del Miur, “dovrà, in particolare, promuovere e “suggerire” politiche scolastiche per l’integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana e verificarne la loro attuazione (anche tramite monitoraggi), incoraggiare accordi interistituzionali e favorire la sperimentazione e l’innovazione metodologica didattica e disciplinare”. Dovrà inoltre "esprimere pareri e formulare proposte su iniziative normative e amministrative” di competenza del ministero.
Un'opinione sul multiculturalismo, per discuterne
La debolezza delle regole di Ernesto Galli Della Loggia - da Il Corriere
Con la presenza nelle proprie file di un numero rilevante di persone provenienti da Europa e Usa la sfida che il cosiddetto Stato Islamico e il terrorismo jihadista lanciano all’Occidente non è più solo, e tanto, una sfida di carattere militare. È una sfida diretta a quello che forse è stato negli ultimi decenni il principale luogo comune culturale che ha dominato le élite e quindi le opinioni pubbliche di questa parte del mondo.
È una sfida al multiculturalismo. All’idea cioè che debbano (e quindi possano) esistere società con una molteplicità di culture anche diversissime: basta che vi siano regole capaci di assicurarne la pacifica convivenza. Dando così per scontati due assunti che invece non lo sono per nulla: a) che le regole (per esempio la parità dei sessi o l’habeas corpus ) siano in qualche modo neutrali, universalmente accettate e accettabili, e non siano invece, come sono, il prodotto di valori storici propri di certe culture ma non di altre; e b) che le società siano tenute insieme principalmente dalle regole, dai codici e dalle Costituzioni, piuttosto che da legami identitari profondi, dalla condivisone innanzi tutto psicologica ed emotiva dei valori storici di cui sopra. Per capirci: se ogni cittadino di questa parte del mondo ha un soprassalto di repulsa nel vedere un crocifisso fatto a pezzi o una sinagoga data alle fiamme, non è perché ci sia una legge che vieti queste cose, ma per ragioni che con ciò non hanno nulla a che fare, e che semmai sono la premessa necessaria di una tale legge. Le regole, le leggi, funzionano, per l’appunto, solamente se premesse del genere esistono.
sabato 2 agosto 2014
Contro il lavoro irregolare degli immigrati: una guida
Campagna di comunicazione sociale
contro il lavoro irregolare in agricoltura
Questo è il link per scaricare la guida in albanese, arabo, inglese, francese, punjabi, romeno e ucraino: http://www.lavorareallalucedelsole.it/index.php/download/category/3-guida
domenica 13 luglio 2014
Lavorare gratis è di moda ... anche per gli L2
Quello che succede con i "volontari" dell'EXPO, in fase di reclutamento a gratis, aveva una declinazione anche nelle scuole, a Brescia. Riportiamo un articolo di dicembre 2013
Da Il Manifesto di 27/12/2013
Hanno pagato migliaia di euro per ottenere un master e una specializzazione «L2» nell’insegnamento della lingua italiana agli studenti non madrelingua, i figli degli stranieri immigrati, una presenza massiccia e riconosciuta tra i banchi della scuola italiana. Molti di loro si sono anche abilitati nelle scuole per l’insegnamento, le Ssiss chiuse dall’ex ministro dell’Istruzione Gelmini, e oggi non hanno speranza di ottenere un ruolo. Altri avranno anche partecipato ai «Tfa» e sono stati truffati dallo Stato che non gli ha riconosciuto un posto in graduatoria, mettendoli contro un’altra categoria del precariato scolastico: i Percorsi formativi abilitanti («Pas»), cioè coloro che hanno insegnato per almeno tre anni nelle scuole statali, paritarie o nei centri di formazione professionale.
Plurititolati, espertissimi nell’inserimento linguistico, una spiccata sensibilità nei rapporti umani, ma invisibili. Quanto basta per essere esclusi da un progetto dell’assessorato alla pubblica istruzione del Comune di Brescia che intende creare un albo «ad hoc» per ex insegnanti (aperto anche a musicisti e a ingegneri) disponibili a lavorare gratuitamente per l’alfabetizzazione dei bambini stranieri che nella città lombarda raggiungono il 25% degli iscritti nelle scuole statali elementari e media. Il progetto sarebbe stato ideato da una serie di scuole e chiede ai pensionati di inviare il loro curriculum al comune. I loro nomi verranno comunicati agli istituti che conferiranno l’incarico sotto la supervisione dei docenti e dei presidi. Sempre a titolo gratuito. La presenza di ex musicisti o ex ingegneri si spiega perché forte è la richiesta di insegnanti in matematica, in attività musicali o «creative».
Da Il Manifesto di 27/12/2013
Hanno pagato migliaia di euro per ottenere un master e una specializzazione «L2» nell’insegnamento della lingua italiana agli studenti non madrelingua, i figli degli stranieri immigrati, una presenza massiccia e riconosciuta tra i banchi della scuola italiana. Molti di loro si sono anche abilitati nelle scuole per l’insegnamento, le Ssiss chiuse dall’ex ministro dell’Istruzione Gelmini, e oggi non hanno speranza di ottenere un ruolo. Altri avranno anche partecipato ai «Tfa» e sono stati truffati dallo Stato che non gli ha riconosciuto un posto in graduatoria, mettendoli contro un’altra categoria del precariato scolastico: i Percorsi formativi abilitanti («Pas»), cioè coloro che hanno insegnato per almeno tre anni nelle scuole statali, paritarie o nei centri di formazione professionale.
Plurititolati, espertissimi nell’inserimento linguistico, una spiccata sensibilità nei rapporti umani, ma invisibili. Quanto basta per essere esclusi da un progetto dell’assessorato alla pubblica istruzione del Comune di Brescia che intende creare un albo «ad hoc» per ex insegnanti (aperto anche a musicisti e a ingegneri) disponibili a lavorare gratuitamente per l’alfabetizzazione dei bambini stranieri che nella città lombarda raggiungono il 25% degli iscritti nelle scuole statali elementari e media. Il progetto sarebbe stato ideato da una serie di scuole e chiede ai pensionati di inviare il loro curriculum al comune. I loro nomi verranno comunicati agli istituti che conferiranno l’incarico sotto la supervisione dei docenti e dei presidi. Sempre a titolo gratuito. La presenza di ex musicisti o ex ingegneri si spiega perché forte è la richiesta di insegnanti in matematica, in attività musicali o «creative».
martedì 8 luglio 2014
Pillole da Italiani+
SERVIZIO CIVILE: "A OTTOBRE NUOVO BANDO APERTO ANCHE AGLI STRANIERI"
Il sottosegretario al lavoro spiega la riforma in arrivo. Si parte con 37 mila posti, che diventeranno 100 mila in un triennio. Un nuovo bando per Servizio Civile da 37 mila posti, pronto per ottobre e aperto finalmente anche ai ragazzi non italiani, senza che a ordinarlo sia un giudice Per far partire il nuovo Servizio Civile sarebbero già a disposizione circa 125 milioni di euro del Fondo nazionale del servizio civile , ai quali se ne aggiungeranno 55 provenienti dai progetti regionali del piano Garanzia-giovani. “L’obiettivo – scrive il Messaggero - è ambizioso: coinvolgere nel giro di un triennio 100 mila giovani”.Link a Italiani+
GERMANIA. OK A DOPPIA CITTADINANZA PER I FIGLI DI IMMIGRATI
L’EMIGRAZIONE CAMBIA VERSO ...
Cosa succede quando cittadini dei "Paesi sviluppati", decidono di partire e trasferirsi in Paesi che, spesso molti vedono come "meno sviluppati" o del “terzo mondo”? La crisi degli ultimi anni ha portato sicuramente a guardare verso nuovi orizzonti. Anche se può sembrare strano questi orizzonti si muovono anche verso alcuni Paesi dell'Africa, che fino a qualche anno fa erano considerati Paesi da soccorrere, ai quali rivolgere l’aiuto ma mai Paesi dove potersi trasferire per poter far una vita, forse, migliore. Link a Italiani+
L'invasione degli alien-ati
Sì, alienati della loro terra, della loro storia, e non per motivi turistici. E noi ?
Giorgio Salvetti - Il Manifesto, 7/7/2014
Almeno su una cosa l’Europa è unità. Nessuno vuole farsi carico delle migliaia di disperati che ogni giorno attraversano il Canale di Sicilia. Neppure quando muoiono a centinaia. Ci si chiede come è stato possibile lo schiavismo, tra qualche decennio ci si chiederà come è stato possibile questa strage infinita ancora una volta ad opera dell’Occidente.
Oggi a Milano si terrà il vertice europeo dei ministri dell’interno di tutti i paesi Ue, il primo evento che l’Italia ospiterà nel corso del tanto sbandierato semestre di presidenza. La città lanciata nell’affanosa rincorsa a Expo si rifa di nuovo il trucco: sventolano bandiere dei vari stati, si appendono manifesti e si estendono i controlli di sicurezza. Ma basta fare un giro in Stazione Centrale per capire che la realtà è molto lontana dagli sfarzi degli eventi legati a questi summit. Milano da giorni non sa come gestire l’arrivo massiccio di stranieri. Sono uomini, donne e bambini sbarcati nel sud dopo essere stati soccorsi nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. Sono stati lasciati a loro destino e sono venuti a Milano nel tentativo di andarsene dall’Italia.
Nell’ultimo fine settimana hanno attraversato il mare altri 2.600 migranti. Non passa ora senza che venga avvistato un nuovo barcone. A centiania ieri sono sbarcati anche nel porto di Lampedusa dove il centro di accoglienza non è più agibile ma è stato riaperto nell’attesa che i nuovi arrivati venissero trasbordati in Sicilia.
Giorgio Salvetti - Il Manifesto, 7/7/2014
Almeno su una cosa l’Europa è unità. Nessuno vuole farsi carico delle migliaia di disperati che ogni giorno attraversano il Canale di Sicilia. Neppure quando muoiono a centinaia. Ci si chiede come è stato possibile lo schiavismo, tra qualche decennio ci si chiederà come è stato possibile questa strage infinita ancora una volta ad opera dell’Occidente.
Oggi a Milano si terrà il vertice europeo dei ministri dell’interno di tutti i paesi Ue, il primo evento che l’Italia ospiterà nel corso del tanto sbandierato semestre di presidenza. La città lanciata nell’affanosa rincorsa a Expo si rifa di nuovo il trucco: sventolano bandiere dei vari stati, si appendono manifesti e si estendono i controlli di sicurezza. Ma basta fare un giro in Stazione Centrale per capire che la realtà è molto lontana dagli sfarzi degli eventi legati a questi summit. Milano da giorni non sa come gestire l’arrivo massiccio di stranieri. Sono uomini, donne e bambini sbarcati nel sud dopo essere stati soccorsi nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. Sono stati lasciati a loro destino e sono venuti a Milano nel tentativo di andarsene dall’Italia.
Nell’ultimo fine settimana hanno attraversato il mare altri 2.600 migranti. Non passa ora senza che venga avvistato un nuovo barcone. A centiania ieri sono sbarcati anche nel porto di Lampedusa dove il centro di accoglienza non è più agibile ma è stato riaperto nell’attesa che i nuovi arrivati venissero trasbordati in Sicilia.
giovedì 3 luglio 2014
Sfilata di moda etica, in foto
Ringraziamo Carpe Diem per il servizio fotografico prodotto durante la sfilata del 17/5/2014.
Ecco il link ad alcune loro foto.
15/7/2014, cena con Coloresperanza
ColorEsperanza organizzauna cena a base di cibo tipico dominicano, per le 19.30 di martedì 15 luglio presso la Baita degli Alpini del Parco Lungo Naviglio di Cernusco sul Naviglio. Per sostenere i progetti dell’associazione sull’isola caraibica e per salutare Gladis, Roberto e Darien in partenza per una lunga esperienza in terra dominicana e i ragazzi che faranno il viaggio estivo 2014, abbiamo deciso di organizzare un momento conviviale per farvi assaggiare i gusti tipici di quelle terre.
Il menù prevede:
antipasti di arepita di mais e guacamole
piatto forte la “bandera dominicana”: moro (riso) con fagioli, pollo al forno, platano fritto, insalata
Anguria, come frutta, più piña colada e caffè.
Da bere, acqua, bibite e birra.
antipasti di arepita di mais e guacamole
piatto forte la “bandera dominicana”: moro (riso) con fagioli, pollo al forno, platano fritto, insalata
Anguria, come frutta, più piña colada e caffè.
Da bere, acqua, bibite e birra.
Proprio in questi giorni è arrivata la felice notizia che nel carcere di Salcedo è termina la produzione dei primi 27 banchi destinati alla scuola di Monte Llano.
9a FESTA PER LA RIVOLUZIONE IN BICICLETTA
Operazione Cachoeira de Pedras presenta
3/6 luglio 2014 - Cernusco sul Naviglio
Centro sportivo comunale - Area Canoa - Via Buonarroti
giovedì 3 luglio
ore 18.30 Apertura festa
ore 20.45 IL RESTO DEL GRUPPO Musica Improvvisata e Orchestra Jazz
ore 22.00 PEREGRINES Rock Folk Bluegrass
venerdì 4 luglio
ore 20.00 EDWIN ONE MAN BAND Folk Blues Country Rock Outlaw
ore 22.00 OCCHIO AL MUNDIAL
sabato 5 luglio
ore 20.00 THE ROOSEVELT BRASIL PROJECT Bossanova Samba Fusion
ore 22.00 OCCHIO AL MUNDIAL
domenica 6 luglio
ore 16/19 LUDOBUS a cura dell'Associazione il Tarlo
ludoteca di giochi non tecnologici e della tradizione popolare
ore 18.30 incontro/dibattito
BRASILE 1964-2014: UNA STORIA MONDIALE
In collaborazione con ANPI sezione “Riboldi-Mattavelli” Cernusco s/N
Interventi di Paquale Coccia, Ivan Grozny e Lavinia Clara Del Roio
ore 21.00 I LAVORANTI Acoustic Sound
Epidemie e povertà
Partono da paesi in guerra, da paesi mutilati dall'ingordigia delle multinazionali, da paesi ricchi di materie prime ma con una povertà che riguarda oltre il 50% delle popolazioni.
Pagano almeno 1500 dollari per poter attraversare deserti, montagne, fiumi, accompagnati da predoni che spesso usano violenza sulle donne, come parte del prezzo da pagare. Durante il viaggio vengono derubati e picchiati da bande in attesa degli sventurati.
Pagano 7000 dollari per il passaporto e in Libia aspettano di imbarcarsi, pagando altri 1500 dollari. Sui barconi la violenza degli scafisti, si abbatte su chi protesta, e ancora sulle donne, con stupri di gruppo. Dopo settimane di affanni e centinaia di kilometri percorsi in condizioni disumane, arrivano sfiniti sulle coste italiane, rifiutati dall'opinione pubblica europea.
Allo sbarco vengono prese le impronte. La tendenza delle forze dell'ordine, quella di chiudere un occhio sulle procedure di identificazione è lasciarli passare dall’Italia verso altri paesi dell’Unione europea, senza troppo clamore.
In questi giorni, viene agitata la paura di epidemie in arrivo con gli sbarchi. Il neosindaco di Casal di Principe Renato Natale, medico e volontario della Caritas di Castel Volturno, smentisce: «Abbiamo avuto altre ondate di migranti e non mi sembra che oggi la situazione sia più grave. Si tratta di patologie tipiche della povertà ma non si diffondono come la peste: per contrarle bisogna essere deboli oppure avere il sistema immunitario depresso, ad esempio per l’Hiv. Piuttosto, malattie come la tubercolosi da dieci, quindici anni si stanno diffondendo in occidente anche a causa del peggioramento delle condizioni di vita».
La vera epidemia è la povertà crescente.
Pagano almeno 1500 dollari per poter attraversare deserti, montagne, fiumi, accompagnati da predoni che spesso usano violenza sulle donne, come parte del prezzo da pagare. Durante il viaggio vengono derubati e picchiati da bande in attesa degli sventurati.
Pagano 7000 dollari per il passaporto e in Libia aspettano di imbarcarsi, pagando altri 1500 dollari. Sui barconi la violenza degli scafisti, si abbatte su chi protesta, e ancora sulle donne, con stupri di gruppo. Dopo settimane di affanni e centinaia di kilometri percorsi in condizioni disumane, arrivano sfiniti sulle coste italiane, rifiutati dall'opinione pubblica europea.
Allo sbarco vengono prese le impronte. La tendenza delle forze dell'ordine, quella di chiudere un occhio sulle procedure di identificazione è lasciarli passare dall’Italia verso altri paesi dell’Unione europea, senza troppo clamore.
In questi giorni, viene agitata la paura di epidemie in arrivo con gli sbarchi. Il neosindaco di Casal di Principe Renato Natale, medico e volontario della Caritas di Castel Volturno, smentisce: «Abbiamo avuto altre ondate di migranti e non mi sembra che oggi la situazione sia più grave. Si tratta di patologie tipiche della povertà ma non si diffondono come la peste: per contrarle bisogna essere deboli oppure avere il sistema immunitario depresso, ad esempio per l’Hiv. Piuttosto, malattie come la tubercolosi da dieci, quindici anni si stanno diffondendo in occidente anche a causa del peggioramento delle condizioni di vita».
La vera epidemia è la povertà crescente.
martedì 1 luglio 2014
400 morti in mare nel 2014, anche l’indifferenza uccide
Annamaria Rivera, IL MANIFESTO, 30.6.2014
L’effimero e ipocrita «mai più» dopo l’ecatombe di Lampedusa del 3 ottobre 2013 si è scolorato ormai fino a cancellarsi. Al punto che nel giorno dell’ennesima strage — 30 morti asfissiati — nel Canale di Sicilia, con involontario senso dell’umorismo nero il «nostro» Renzi c’invita all’euforia: anche noi dovremmo provare un brivido di piacere per essere chiamati (noi?) a realizzare il sogno degli Stati Uniti d’Europa.
Non commuove più, neanche per un giorno, la teoria quasi quotidiana dei cadaveri restituiti dal Mediterraneo o persi nei suoi abissi. Oppure, come quest’ultima volta, intrappolati in imbarcazioni troppo anguste per contenere tutta l’ansia di salvezza di esseri umani travolti dal disordine mondiale, spesso provocato o favorito dalle grandi potenze. Quel disordine ha costretto ben 51 milioni di persone (un dato della fine del 2013) a fuggire da conflitti armati o altre gravi crisi, come ha ricordato l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite. Questa cifra, la più alta dalla fine della Seconda guerra mondiale, è costituita per la metà da bambini.
Immigrazione . I rifugiati sono 51 milioni (dati Onu). La metà sono bambini
L’effimero e ipocrita «mai più» dopo l’ecatombe di Lampedusa del 3 ottobre 2013 si è scolorato ormai fino a cancellarsi. Al punto che nel giorno dell’ennesima strage — 30 morti asfissiati — nel Canale di Sicilia, con involontario senso dell’umorismo nero il «nostro» Renzi c’invita all’euforia: anche noi dovremmo provare un brivido di piacere per essere chiamati (noi?) a realizzare il sogno degli Stati Uniti d’Europa.
Non commuove più, neanche per un giorno, la teoria quasi quotidiana dei cadaveri restituiti dal Mediterraneo o persi nei suoi abissi. Oppure, come quest’ultima volta, intrappolati in imbarcazioni troppo anguste per contenere tutta l’ansia di salvezza di esseri umani travolti dal disordine mondiale, spesso provocato o favorito dalle grandi potenze. Quel disordine ha costretto ben 51 milioni di persone (un dato della fine del 2013) a fuggire da conflitti armati o altre gravi crisi, come ha ricordato l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite. Questa cifra, la più alta dalla fine della Seconda guerra mondiale, è costituita per la metà da bambini.
Francia, dal mito operaio al razzismo
Parigi. Dopo il linciaggio del ragazzo rom, intervista allo scrittore Edouard Louis. «Nella Francia profonda degli uomini duri che passano dalla fabbrica alle sbronze, l’esclusione sociale produce odio, omofobia e razzismo. La rivoluzione conservatrice ha spazzato via ogni traccia della sinistra»
Guido Caldiron, il manifesto • 22/06/2014 •
Benvenuti nella Francia profonda, quella che disprezza gli arabi, i rom, i gay e gli ebrei. E magari vota per il Front National di Marine Le Pen, anche se per generazioni, e tradizione, ha dato il proprio consenso alla sinistra quando non ai comunisti. Con Il caso Eddy Bellegueule (Bompiani, pp. 179, euro 16), evento della scorsa stagione letteraria d’oltralpe, con più di 200 mila copie vendute, appena pubblicato nel nostro paese, Edouard Louis descrive l’orrore ordinario di un paesino del Nord – la regione è quella della Piccardia – dove tra fabbriche in crisi, abbandono scolastico, disoccupazione e alcolismo talmente diffuso da entrare nelle statistiche locali, si compie la vicenda di un ragazzino da tutti additato come omosessuale e per questo oggetto di continue offese e prevaricazioni, fino ad atti di violenza esplicita.
giovedì 19 giugno 2014
La supremazia del razzismo ....
Quando l'antirazzismo non è una priorità etica, l'obiettivo politico alimenta il trasformismo, anche in quei movimenti che vorrebbero essere "puri" e vorrebbero rappresentare l'antipolitica, senza riuscirci, anzi peggio. Mutuando quel prezzo del sacrificio (delle idealità, dello spirito fondativo, etc) da spendere per ottenere agibilità e visibilità politica nei grandi palazzi.
"Ancora più sorprendente, il fatto che malgrado Nigel Farage in persona avesse smentito la cosa solo pochi giorni fa, intervistato da un quotidiano di Stoccolma, parlando di «incompatibilità con le loro posizioni estremiste», i 5 Stelle e l’Ukip abbiano finito per allearsi perfino con gli Sverigedemokraterna, i Democratici svedesi, sulla cui affiliazione alla destra neonazista aveva scritto ampiamente all’inizio del decennio perfino il giornalista e scrittore Stieg Larrson. Nato da un gruppo denominato Bevare Sverige Svensk (Mantenere la Svezia svedese), difensore delle tesi della supremazia bianca e ombrello pubblico delle bande razziste, sotto la guida del giovane leader Jimmie Akesson il partito si è andato ridefinendo come una formazione anti-immigrati, rinunciando ai suoi aspetti ideologici più aggressivi, senza per questo cambiare del tutto pelle. Solo nel 2012, ad esempio, tre dei suoi deputati sono stati processati per aver aggredito per strada un popolare attore di origine straniera molto attivo nella denuncia del razzismo in Svezia."
"Ancora più sorprendente, il fatto che malgrado Nigel Farage in persona avesse smentito la cosa solo pochi giorni fa, intervistato da un quotidiano di Stoccolma, parlando di «incompatibilità con le loro posizioni estremiste», i 5 Stelle e l’Ukip abbiano finito per allearsi perfino con gli Sverigedemokraterna, i Democratici svedesi, sulla cui affiliazione alla destra neonazista aveva scritto ampiamente all’inizio del decennio perfino il giornalista e scrittore Stieg Larrson. Nato da un gruppo denominato Bevare Sverige Svensk (Mantenere la Svezia svedese), difensore delle tesi della supremazia bianca e ombrello pubblico delle bande razziste, sotto la guida del giovane leader Jimmie Akesson il partito si è andato ridefinendo come una formazione anti-immigrati, rinunciando ai suoi aspetti ideologici più aggressivi, senza per questo cambiare del tutto pelle. Solo nel 2012, ad esempio, tre dei suoi deputati sono stati processati per aver aggredito per strada un popolare attore di origine straniera molto attivo nella denuncia del razzismo in Svezia."
Fdc, il finale del 14 giugno
Sculture e quadri di Petre e Petronella Gaitan, con laboratori per bambin ie i loro costumi romeni, tra musiche turche, della Transilvania, mediorientali e celtiche. Poi i banchetti delle associazioni e i quadri di alcuni ragazzi del Liceo Caravaggio di Milano. Balli popolari e musica rom e balcanica dei Caravan Orkestar. Nonostante il temporale minaccioso, siamo riusciti a chiudere questa edizione della FdC, più ricca che mai. All'anno prossimo !!!
Continua con le foto sul blog
mercoledì 18 giugno 2014
Mare Nostrum, vita loro
Dal blog Sancara
I Romani, nel loro massimo splendore, dominarono, nonostante non fossero dei grandi navigatori, il Mediterraneo. Lo fecero conquistando le terre che su di esso affacciavano e coniarono il termine Mare Nostrum, proprio a sottolineare di essere "i padroni del Mediterraneo".
Oggi il Mediterraneo è un mare dove affacciano 4 stati della "vecchia" Europa (Spagna, Francia, Italia e Grecia), 4 stati dell'ex Jugoslavia (Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina e Montenegro), l'Albania, la Turchia, tre stati del medio-Oriente (Siria, Israele e Libano), 5 stati africani (Egitto, Libia, Tunisia, Algeria e Marocco) e dove insistono due stati insulari (Malta e Cipro). Insomma, 20 stati sovrani, di tre distinti continenti. Il concetto del Nostrum deve essere visto in un senso più complesso e plurale. In questo mare, dal 1994 hanno perso la vita oltre 7000 persone, che in vario modo e per varie ragioni tentavano di passare dal Sud o dall'Est della sponda Mediterranea, verso il Nord.
Di immigrazione si parla da sempre. Ci si indigna quando avvengono tragedie come quelle dell'ottobre 2013, quando centinaia di cadaveri di disperati furono visti sulle coste di Lampedusa. Si innescano assurde polemiche, come quelle di chi crede di poter fermare il flusso migratorio, inconsapevoli che come l'acqua che scorre dai monti, nulla può fermarlo.
In questi giorni la discussione verte su due temi: 800 mila profughi sulle coste libiche che sarebbero pronti a sbarcare in Italia e sulla missione militare Mare Nostrum (ma non è di tutti questo mare?), in scadenza e costosa.
Facciamo un po' di chiarezza. Lo scorso anno (2013), in Italia sbarcarono 42.925 persone (oltre il 300% in più del 2012), di questi 27.314 dalla coste libiche. Oltre un quarto di questi disperati (insisto che chiamarli emigrati significa dare nobiltà al loro gesto), 11.307 erano siriani, 9.834 eritrei, 9.263 somali, 2.618 egiziani, 2600 nigeriani , 1058 maliani e 879 afgani.
In tutti questi paesi (Siria, Somalia, Egitto, Nigeria, Mali, Eritrea e Afghanistan) sono in corso guerre, guerre civili o gravissime violazioni dei diritti umani. Insomma, sono persone che scappano, da situazioni per molti di noi inimmaginabili. In questi paesi la vita vale meno che zero.
I Romani, nel loro massimo splendore, dominarono, nonostante non fossero dei grandi navigatori, il Mediterraneo. Lo fecero conquistando le terre che su di esso affacciavano e coniarono il termine Mare Nostrum, proprio a sottolineare di essere "i padroni del Mediterraneo".
Oggi il Mediterraneo è un mare dove affacciano 4 stati della "vecchia" Europa (Spagna, Francia, Italia e Grecia), 4 stati dell'ex Jugoslavia (Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina e Montenegro), l'Albania, la Turchia, tre stati del medio-Oriente (Siria, Israele e Libano), 5 stati africani (Egitto, Libia, Tunisia, Algeria e Marocco) e dove insistono due stati insulari (Malta e Cipro). Insomma, 20 stati sovrani, di tre distinti continenti. Il concetto del Nostrum deve essere visto in un senso più complesso e plurale. In questo mare, dal 1994 hanno perso la vita oltre 7000 persone, che in vario modo e per varie ragioni tentavano di passare dal Sud o dall'Est della sponda Mediterranea, verso il Nord.
Di immigrazione si parla da sempre. Ci si indigna quando avvengono tragedie come quelle dell'ottobre 2013, quando centinaia di cadaveri di disperati furono visti sulle coste di Lampedusa. Si innescano assurde polemiche, come quelle di chi crede di poter fermare il flusso migratorio, inconsapevoli che come l'acqua che scorre dai monti, nulla può fermarlo.
In questi giorni la discussione verte su due temi: 800 mila profughi sulle coste libiche che sarebbero pronti a sbarcare in Italia e sulla missione militare Mare Nostrum (ma non è di tutti questo mare?), in scadenza e costosa.
Facciamo un po' di chiarezza. Lo scorso anno (2013), in Italia sbarcarono 42.925 persone (oltre il 300% in più del 2012), di questi 27.314 dalla coste libiche. Oltre un quarto di questi disperati (insisto che chiamarli emigrati significa dare nobiltà al loro gesto), 11.307 erano siriani, 9.834 eritrei, 9.263 somali, 2.618 egiziani, 2600 nigeriani , 1058 maliani e 879 afgani.
In tutti questi paesi (Siria, Somalia, Egitto, Nigeria, Mali, Eritrea e Afghanistan) sono in corso guerre, guerre civili o gravissime violazioni dei diritti umani. Insomma, sono persone che scappano, da situazioni per molti di noi inimmaginabili. In questi paesi la vita vale meno che zero.
Il muro del Mediterraneo
Etienne Balibar da Il Manifesto del 18/06/2014
Un avvenimento in Europa ha avuto un’eco simbolica considerevole e conseguenze spettacolari: si tratta dell’accelerazione della costruzione del muro del Mediterraneo. Per il momento è ancora una costruzione virtuale, o più esattamente riguarda un complesso di istituzioni e di dispositivi diversi, di leggi, di politche preventive e repressive, di accordi internazionali formali e informali. Ma nell’insieme è ben chiaro lo scopo: si tratta di restringere la libertà di circolazione.
Se non addirittura di annullarla del tutto per alcune categorie di individui e di certi gruppi sociali definiti in termini di categorie etniche (quindi, alla fine, razziali) e di nazionalità.
Abbiamo però già sotto gli occhi due realizzazioni parziali di questo «muro» molto più concrete: la loro stessa visibilità cristallizza molte tensioni statutarie e degli aspetti spaziali del problema della mobilità nella geopolitica attuale. Queste prime realizzazioni concrete, situate alle due estremità dello spazio mediterraneo, hanno certo una storia diversa, origini e giustificazioni specifiche, ma la loro somiglianza materale colpisce chiunque le abbia osservate dal vero o ne abbia visto le immagini successive. Cosa che suggerisce di ricercare delle analogie più profonde. Si tratta, come avrete capito, del «muro» che lo stato di Israele costruisce nel territorio palestinese occupato e delle fortificazioni in corso di rafforzamento lungo le enclave spagnole di Ceuta e Melilla sulla costa marocchina, che ormai, oltre alla rete di barriere elettrificate e delle torri di controllo, si accompagna a deforestazioni, livellamenti, costruzione di fossati e strade parallele ad uso militare.
Un avvenimento in Europa ha avuto un’eco simbolica considerevole e conseguenze spettacolari: si tratta dell’accelerazione della costruzione del muro del Mediterraneo. Per il momento è ancora una costruzione virtuale, o più esattamente riguarda un complesso di istituzioni e di dispositivi diversi, di leggi, di politche preventive e repressive, di accordi internazionali formali e informali. Ma nell’insieme è ben chiaro lo scopo: si tratta di restringere la libertà di circolazione.
Se non addirittura di annullarla del tutto per alcune categorie di individui e di certi gruppi sociali definiti in termini di categorie etniche (quindi, alla fine, razziali) e di nazionalità.
Abbiamo però già sotto gli occhi due realizzazioni parziali di questo «muro» molto più concrete: la loro stessa visibilità cristallizza molte tensioni statutarie e degli aspetti spaziali del problema della mobilità nella geopolitica attuale. Queste prime realizzazioni concrete, situate alle due estremità dello spazio mediterraneo, hanno certo una storia diversa, origini e giustificazioni specifiche, ma la loro somiglianza materale colpisce chiunque le abbia osservate dal vero o ne abbia visto le immagini successive. Cosa che suggerisce di ricercare delle analogie più profonde. Si tratta, come avrete capito, del «muro» che lo stato di Israele costruisce nel territorio palestinese occupato e delle fortificazioni in corso di rafforzamento lungo le enclave spagnole di Ceuta e Melilla sulla costa marocchina, che ormai, oltre alla rete di barriere elettrificate e delle torri di controllo, si accompagna a deforestazioni, livellamenti, costruzione di fossati e strade parallele ad uso militare.
Italia nostrum, i nuovi cittadini italiani sono in aumento
L'Istat ha appena pubblicato il bilancio demografico nazionale da cui si evidenziano oltre 100.000 neo-cittadini italiani, ovvero immigrati che hanno acquisito la cittadinanza italiana. Un valore in crescita del 54% rispetto al 2013.
Sempre numerosi i riconoscimenti della cittadinanza per matrimonio, prevalentemente tra donne stranieri e uomini italiani, ma sono in aumento le acquisizioni basate sulla residenza.
A livello territoriale, le acquisizioni di cittadinanza italiana risultano più numerose nelle regioni ove maggiormente si concentra la presenza straniera: Lombardia (25,9% del totale), Veneto (14,5%), Emilia Romagna (14,1%).
Se si considera il tasso per mille stranieri residenti, tuttavia, le regioni con i valori più elevati risultano il Trentino-Alto Adige (34,8 per mille), le Marche (31,9 per mille) e il Veneto (29,1 per mille).
E tra i cittadini italiani, citiamo un "italiano di colore che da colore all'italiano", ovvero un neo-scrittore, Antonio Distefano in arte Nashy (giovane rapper di Ravenna di origine angolana), che ha appena pubblicato il libro "Fpdppap?" ovvero "Fuori piove dentro pure passo a prenderti ?"
Nashy racconta la sua storia d'amore: “Sono stato con lei per dodici mesi, di cui nove in clandestinità perché sono nero” - vedi link
Nashy racconta la sua storia d'amore: “Sono stato con lei per dodici mesi, di cui nove in clandestinità perché sono nero” - vedi link
Nashy: «Senza radici si perde l’identità»
«Le emozioni sono come le persone, diventano importanti solo quando si incontrano»
Vivono tra due terre ma non appartengono a nessuna delle due. Sono italiani ma non del tutto, sono stranieri ma solo in parte. Sono giovani, giovanissimi figli di immigrati, nati e cresciuti in Italia. Sono i ragazzi della seconda generazione che non accettano di essere chiamati “extracomunitari”, “immigrati”, “stranieri”. Condividono il percorso di crescita con i coetanei italiani, hanno gli stessi problemi adolescenziali, ma spesso devono anche subire atti di pregiudizio, ignoranza e razzismo. Vivono situazioni di disagio ed emarginazione a volte più dolorose dei propri genitori. Invece vorrebbero solamente essere accettati per quello che sono, senza dover fare finta, vorrebbero poter essere orgogliosi dellea propria diversità e crescere serenamente. Hanno diritto a una piena cittadinanza, ma soprattutto hanno diritto ad avere opportunità pari a quelle dei ragazzi italiani . Hanno bisogno di un futuro, hanno bisogno del riscatto sociale anche per ricambiare i sacrifici fatti dai propri genitori.
Vedi link
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martedì 10 giugno 2014
"The struggle is my life"
Padre Efrem Tresoldi, direttore di Nigrizia |
Efrem, attuale direttore della rivista Nigrizia, ha narrato la storia del Sudafrica, che ha istituito l'apartheid sin dal 1948 come sistema legislativo, basato su leggi draconiane e liberticide, discriminatorie e repressive.
L'apartheid si basava sulla separazione dei bianchi dai neri nelle zone abitate da entrambi (per esempio rispetto all'uso di mezzi e strutture pubbliche) e sull'istituzione dei bantustan, i territori semi-indipendenti in cui molti neri furono costretti a trasferirsi. Le basi filosofiche si sono sviluppate negli anni 30-40, ispirandosi all'ideologia nazista di supremazia della razza e di disprezzo delle altre razze, giudicate inferiori.
(continua)
sabato 7 giugno 2014
La festa delle culture, ultime 2 iniziative
Ancora 2 iniziative di rilievo nel cartello della “Festa delle Culture 2014”.
Lunedì 9 giugno, alle 21, in Biblioteca, con ingresso da via Fatebenefratelli, l’appuntamento è con padre Efrem Tresoldi, il missionario comboniano di origine cernuschese e direttore della rivista Nigrizia, che per decenni per decenni ha svolto la sua missione in Sudafrica, presenterà la figura di “Nelson Mandela, cittadino del mondo - tra apartheid e integrazione”, il simbolo della lotta dell’Africa nera che ha avuto occasione di incontrare personalmente.
La “Festa delle Culture” si concluderà il 14 giugno, in piazza Unità d’Italia, a partire dalle ore 16, con “Non uno di meno” la festa interculturale con laboratori, stand delle associazioni, e la vivace musica balcanica della "Caravan Orkestar”.
Sono molto soddisfatta di questa edizione della festa, sia per la qualità sia per il numero di iniziative, ben 11, che hanno coinvolto associazioni, scuole e diversi persone che da anni collaborano con l’amministrazione comunale per la costruzione di progetti e iniziative che hanno come obiettivo quello di coniugare sempre più dialogo, conoscenza della ricchezza delle culture e reciproca contaminazione.
Lunedì 9 giugno, alle 21, in Biblioteca, con ingresso da via Fatebenefratelli, l’appuntamento è con padre Efrem Tresoldi, il missionario comboniano di origine cernuschese e direttore della rivista Nigrizia, che per decenni per decenni ha svolto la sua missione in Sudafrica, presenterà la figura di “Nelson Mandela, cittadino del mondo - tra apartheid e integrazione”, il simbolo della lotta dell’Africa nera che ha avuto occasione di incontrare personalmente.
La “Festa delle Culture” si concluderà il 14 giugno, in piazza Unità d’Italia, a partire dalle ore 16, con “Non uno di meno” la festa interculturale con laboratori, stand delle associazioni, e la vivace musica balcanica della "Caravan Orkestar”.
Sono molto soddisfatta di questa edizione della festa, sia per la qualità sia per il numero di iniziative, ben 11, che hanno coinvolto associazioni, scuole e diversi persone che da anni collaborano con l’amministrazione comunale per la costruzione di progetti e iniziative che hanno come obiettivo quello di coniugare sempre più dialogo, conoscenza della ricchezza delle culture e reciproca contaminazione.
giovedì 29 maggio 2014
FdC: 27/5 Nessuno è escluso
La serata in Filanda con Valentina Pometta, dello Sportello Stranieri di Pioltello, è stata formativa e stimolante. Ha contribuito a chiarire il dedalo di normative sull'immigrazione che negli ultimi 20 anni hanno subito modifiche sempre più restrittive, e in parte inapplicabili.
La serata non aveva lo scopo di formare degli operatori ad uno sportello stranieri, ma di diffondere le basi informative che dovrebbe avere ogni volontario di un'associazione che opera con gli stranieri. Da queste informazioni non solo nasce la consapevolezza del "muro" legislativo, ma anche la coscienza della complessità dei servizi e di capacità di ascolto e intercettamento, proprio di uno sportello stranieri. Certo, centrali rimangono le pratiche del permesso e della carta di soggiorno, e le pratiche per il ricongiungimento familiare, ma esistono bisogni che solo una struttura pubblica e comunale può accogliere e sostenere. L'esperienza di Valentina è ventennale, e ci ha raccontato che la Consulta Stranieri a Pioltello è nata quando gli stranieri erano l'8%. Cernusco sul Naviglio è arrivata al 5%, per cui è necessario partire con un progetto di maggiore coinvolgimento dei cernuschesi immigrati da stati extra-comunitari. Compito del Tavolo delle Culture quindi sarà di provare a costruire questo percorso, a partire dalla conclusione della festa delle culture.
Durante la serata, Valentina ha preparato del materiale: Diapositive proiettate durante la serata
Il labirinto della legislazione sull'immigrazione |
Durante la serata, Valentina ha preparato del materiale: Diapositive proiettate durante la serata
Di nuovo emigranti: per lavoro più italiani in fuga che stranieri in arrivo
Statistiche: I numeri dell'immigrazione (clicca qui)
A partire sono soprattutto 40enni laureati o diplomati. (da La Stampa del 28/5/2014)
La svolta nel 2014: dopo decenni bilancio migratorio negativo
A partire sono soprattutto 40enni laureati o diplomati. (da La Stampa del 28/5/2014)
La svolta nel 2014: dopo decenni bilancio migratorio negativo
Mosca è una delle mete preferite dagli italiani che espatriano. Nei primi mesi del 2014 gli italiani residenti a Mosca sono diventati seimila
A lungo siamo stati un popolo d’emigrati, un po’ per spirito d’avventura molto per necessità. Siamo anche stati - ed è storia recente - terra promessa per chi fuggiva dalla miseria, dalle dittature o dal crollo dei regimi. Ora siamo di nuovo in fuga.
L’Italia non piace più. Né agli stranieri, che fino a qualche anno fa si catapultavano dentro i nostri confini in cerca di una vita migliore, né agli italiani che sempre più spesso fanno le valigie senza sapere se e quando torneranno. Il 2014 sarà il primo anno a saldo migratorio negativo, sostiene la Caritas Migrantes. Fuori dalle definizioni statistiche, significa che i nostri connazionali in fuga dalla crisi saranno più degli stranieri in cerca di lavoro e dei disperati che sfidano la morte affrontando strazianti viaggi nel Mediterraneo. La bilancia penderà verso i fuggiaschi per almeno 20-30 mila persone. Non era mai successo. Non da qualche decennio, almeno.
Mentre i barconi rovesciano profughi al largo della Sicilia - secondo Frontex, l’agenzia europea che monitora le frontiere, ne sono già arrivati 25 mila - il flusso di stranieri verso l’Italia per ragioni di lavoro (i cosiddetti «migranti economici») si è quasi arrestato: dai 300 mila e più degli anni scorsi ai 30 mila che si prevedono quest’anno. «La capacità attrattiva dell’Italia è certamente diminuita, anche perché la crisi qui ha penalizzato gli immigrati più degli italiani», spiega Ferruccio Pastore, direttore del Forum internazionale ed europeo di ricerche sull’immigrazione. «La domanda di lavoro immigrato esiste ancora, ma oggi è in parte assorbita da stranieri che sono già in Italia e hanno perso il lavoro. Per chi arriva da fuori, quindi, le opportunità si sono ridotte».
Calais e Melilla, Lampedusa d'Europa
Calais: evacuazione “sanitaria” di migranti (da Il Manifesto del 28/5/2014)
Calais, Europa, confine della zona Schengen. In questa città, che ha dato il 31,75% al Fronte nazionale il 25 maggio, ieri ha avuto luogo un’espulsione di due campi improvvisati di immigrati clandestini, situati in centro, uno sul bordo di un canale l’altro sul porto da dove partono i ferries per la Gran Bretagna, la destinazione sognata. Su ordine del Prefetto, all’alba i poliziotti hanno circondato le zone occupate da tende di recupero, dove hanno trovato rifugio 550–600 persone, provenienti da paesi in guerra: Siria, Afghanistan, Sudan, Eritrea. In maggioranza sono giovani uomini, anche minorenni, sempre più disperati, disposti a prendere sempre maggiori rischi per passare clandestinamente sull’altra sponda della Manica.
L’espulsione era stata annunciata il 21 maggio. La motivazione data dal Prefetto, Denis Robin: si sta diffondendo un’epidemia di scabbia, i migranti vivono in condizioni deplorevoli e la malattia rischia di contagiare anche gli abitanti di Calais. Ci sono montagne di immondizia, c’è il fango, non c’è acqua potabile non ci sono sanitari. Le associazioni che si occupano di migranti, del resto, il 27 maggio avevano inviato una lettera al primo ministro Manuel Valls per denunciare il degrado della situazione sanitaria, in campi di fortuna cresciuti a dismisura, dove non esiste nessuna struttura di accoglienza e dove vivono più di 800 persone. Chiedevano di trovare una soluzione di alloggio decente.
Gli agenti ieri hanno proposto ai migranti di salire sui pullman, promettendo di portarli non si sa bene dove, in un centro dove prendere “una doccia”. E’ stata data loro una compressa contro la scabbia, ne dovrebbero prendere un’altra tra una settimana, ma nessuno sapeva dove trovare rifugio. Il Prefetto ha affermato che una soluzione sarà trovata per i minorenni. Ha promesso che non ci saranno controlli di documenti né arresti, salvo in caso di ribellione. Secondo Cécile Bossy di Médecins du Monde, la scusa sanitaria è “un carnevale, un simulacro di cura” messo in scena dalla Prefettura. Per Vincent Deconinck del Secours catholique, “la concomitantza dell’evacuazione con l’annuncio della cura per la scabbia è indegna”. La tensione è stata molto forte ieri, ci sono stati scontri tra polizia e militanti di difesa dei diritti umani. Un folto gruppo di migranti ha cercato di barricarsi in una zona chiusa, dove la sera viene distribuito dalle associazioni il solo pasto della giornata. Nel pomeriggio, senza avere nessuna soluzione al problema, il Prefetto ha dato il permesso ai migranti di restare sul posto per passare la notte.
Calais, Europa, confine della zona Schengen. In questa città, che ha dato il 31,75% al Fronte nazionale il 25 maggio, ieri ha avuto luogo un’espulsione di due campi improvvisati di immigrati clandestini, situati in centro, uno sul bordo di un canale l’altro sul porto da dove partono i ferries per la Gran Bretagna, la destinazione sognata. Su ordine del Prefetto, all’alba i poliziotti hanno circondato le zone occupate da tende di recupero, dove hanno trovato rifugio 550–600 persone, provenienti da paesi in guerra: Siria, Afghanistan, Sudan, Eritrea. In maggioranza sono giovani uomini, anche minorenni, sempre più disperati, disposti a prendere sempre maggiori rischi per passare clandestinamente sull’altra sponda della Manica.
L’espulsione era stata annunciata il 21 maggio. La motivazione data dal Prefetto, Denis Robin: si sta diffondendo un’epidemia di scabbia, i migranti vivono in condizioni deplorevoli e la malattia rischia di contagiare anche gli abitanti di Calais. Ci sono montagne di immondizia, c’è il fango, non c’è acqua potabile non ci sono sanitari. Le associazioni che si occupano di migranti, del resto, il 27 maggio avevano inviato una lettera al primo ministro Manuel Valls per denunciare il degrado della situazione sanitaria, in campi di fortuna cresciuti a dismisura, dove non esiste nessuna struttura di accoglienza e dove vivono più di 800 persone. Chiedevano di trovare una soluzione di alloggio decente.
Gli agenti ieri hanno proposto ai migranti di salire sui pullman, promettendo di portarli non si sa bene dove, in un centro dove prendere “una doccia”. E’ stata data loro una compressa contro la scabbia, ne dovrebbero prendere un’altra tra una settimana, ma nessuno sapeva dove trovare rifugio. Il Prefetto ha affermato che una soluzione sarà trovata per i minorenni. Ha promesso che non ci saranno controlli di documenti né arresti, salvo in caso di ribellione. Secondo Cécile Bossy di Médecins du Monde, la scusa sanitaria è “un carnevale, un simulacro di cura” messo in scena dalla Prefettura. Per Vincent Deconinck del Secours catholique, “la concomitantza dell’evacuazione con l’annuncio della cura per la scabbia è indegna”. La tensione è stata molto forte ieri, ci sono stati scontri tra polizia e militanti di difesa dei diritti umani. Un folto gruppo di migranti ha cercato di barricarsi in una zona chiusa, dove la sera viene distribuito dalle associazioni il solo pasto della giornata. Nel pomeriggio, senza avere nessuna soluzione al problema, il Prefetto ha dato il permesso ai migranti di restare sul posto per passare la notte.
martedì 27 maggio 2014
FdC 24/5: Musica naturale senza barriere
"Chiunque cammini lungo una spiaggia può apprezzare il recital delle onde.
Ma soltanto un poeta marino, che porti nelle proprie orecchie, dalla nascita alla morte, l'ostinato del mare, può con precisione misurare sistole e diastole delle onde e delle maree."
R. Murray Shafer IL PAESAGGIO SONORO
Così si presenta Mariolina Zitta sul suo sito web http://www.musicanaturale.it/ ed è l'animatrice del progetto effettuato nelle scuole elementari dell'istituto comprensivo Don Milani. I bambini e le bambine di 1a e 3a elementare, hanno sorpreso il pubblico, con una esibizione unica. Con strumenti presi dalla natura, dai sassi ai legni, dalle pietre di ardesia alle conchiglie, per riprodurre il canto della natura, creando emozione e commozione, in un abbraccio appassionato tra la musica e tutti i presenti.
Un abbraccio, come miglior atto concreto e simbolico di incontro.
Sino alla lettura di una partitura di musica naturale, difficile per un bambino di prima elementare che non ancora gli elementi di lettura di una partitura musicale. Eppure l'hanno fatto, con naturalezza.
Sino alla danza ritmica, simulando i passi degli animali, con l'appropriato coordinamento motorio.
Insomma una sorpresa e un successo, per le scuole e per Mariolina.
Poi è stato presentato il progetto di Vincenzo Gedda insieme ad una classe di seconda elementare, basato sulla storia di Pinocchio. Musica, mimo e danza, in una coinvolgente scenografia di movimenti mai casuali, direi poetici, evocativi di una rinascita possibile, di una leggerezza che è quello della crescita. In un processo di liberazione che comprende condizionamenti, errori e drammi. In un processo collettivo di liberazione come avvenuto sul palco, in una catarsi conclusa con il soffio delle piume colorate.
Coi colori dei cittadini del mondo, oltre le barriere, oltre i confini che i "grandi" costruiscono in modo spesso arbitrario.
Per vedere gli strumenti, "continua a leggere"
Ma soltanto un poeta marino, che porti nelle proprie orecchie, dalla nascita alla morte, l'ostinato del mare, può con precisione misurare sistole e diastole delle onde e delle maree."
R. Murray Shafer IL PAESAGGIO SONORO
Così si presenta Mariolina Zitta sul suo sito web http://www.musicanaturale.it/ ed è l'animatrice del progetto effettuato nelle scuole elementari dell'istituto comprensivo Don Milani. I bambini e le bambine di 1a e 3a elementare, hanno sorpreso il pubblico, con una esibizione unica. Con strumenti presi dalla natura, dai sassi ai legni, dalle pietre di ardesia alle conchiglie, per riprodurre il canto della natura, creando emozione e commozione, in un abbraccio appassionato tra la musica e tutti i presenti.
Un abbraccio, come miglior atto concreto e simbolico di incontro.
Sino alla danza ritmica, simulando i passi degli animali, con l'appropriato coordinamento motorio.
Insomma una sorpresa e un successo, per le scuole e per Mariolina.
Poi è stato presentato il progetto di Vincenzo Gedda insieme ad una classe di seconda elementare, basato sulla storia di Pinocchio. Musica, mimo e danza, in una coinvolgente scenografia di movimenti mai casuali, direi poetici, evocativi di una rinascita possibile, di una leggerezza che è quello della crescita. In un processo di liberazione che comprende condizionamenti, errori e drammi. In un processo collettivo di liberazione come avvenuto sul palco, in una catarsi conclusa con il soffio delle piume colorate.
Coi colori dei cittadini del mondo, oltre le barriere, oltre i confini che i "grandi" costruiscono in modo spesso arbitrario.
Per vedere gli strumenti, "continua a leggere"
Fdc 2014: Progetto della scuola elementare con Emergency
La multiculturalità nasce nelle aule delle nostre scuole, grazie al lavoro delle docenti e dei docenti, grazie ai progetti sostenuti dall'amministrazione pubblica.
Ecco i pannelli risultanti da tale lavoro, fatto nelle scuole elementari Manzoni di Cernusco sul Naviglio.
Dall'incontro dei ragazzi con Emergency per capire l'importanza della solidarietà internazionale e della convivenza pacifica,
alla visione del film "Vado a scuola" di Pascal Plisson (titolo originale "Sur le chemin de l'école"). Un documentario di produzione francese, che attraverso la storia di bambini in vari paesi del mondo (Cina, Sudafrica, Brasile, Colombia), racconta di come vanno scuola nonostante le difficoltà che incontrano.
Per capire l'importanza della conoscenza, ma anche per vedere altre parti della realtà, altre parti del mondo: sentirsi parte dello stesso mondo, vuol dire conoscersi.
I nostri figli, le future generazioni, hanno davanti la grande sfida del melting-pot europeo, già in atto e inarrestabile.
Non servono muri o leggi liberticide, serve un piano di accoglienza e di liberazione dalla schiavitù dei paesi del terzo mondo. Non con le armi, ma con la pace e la solidarietà.
Per altre foto "Continua a leggere"
Ecco i pannelli risultanti da tale lavoro, fatto nelle scuole elementari Manzoni di Cernusco sul Naviglio.
Dall'incontro dei ragazzi con Emergency per capire l'importanza della solidarietà internazionale e della convivenza pacifica,
alla visione del film "Vado a scuola" di Pascal Plisson (titolo originale "Sur le chemin de l'école"). Un documentario di produzione francese, che attraverso la storia di bambini in vari paesi del mondo (Cina, Sudafrica, Brasile, Colombia), racconta di come vanno scuola nonostante le difficoltà che incontrano.
Per capire l'importanza della conoscenza, ma anche per vedere altre parti della realtà, altre parti del mondo: sentirsi parte dello stesso mondo, vuol dire conoscersi.
I nostri figli, le future generazioni, hanno davanti la grande sfida del melting-pot europeo, già in atto e inarrestabile.
Non servono muri o leggi liberticide, serve un piano di accoglienza e di liberazione dalla schiavitù dei paesi del terzo mondo. Non con le armi, ma con la pace e la solidarietà.
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Il Tappeto dell'amicizia
All'interno dei progetti interculturali, Bau Atelier ha operato nelle scuole dell'infanzia con il suo progetto "PROGETTO ARCOBALENO", ovvero L’ARTE PER INSEGNARE AI BAMBINI IL VALORE DELLE DIVERSITÀ E DELL’INTERCULTURA.
Il "PROGETTO ARCOBALENO" consiste in un percorso di educazione all'intercultura rivolto ai bambini di quattro anni ed è frutto della collaborazione fra le insegnanti delle Scuole dell'Infanzia di via Buonarroti e via Don Milani e l’Associazione Culturale Bau Atelier. Il progetto è stato proposto e finanziato dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Cernusco sul Naviglio nell'ambito del "Piano per il Diritto allo Studio".
Prendendo spunto dalla lettura del racconto “IL TAPPETO DELL’AMICIZIA” abbiamo proposto due percorsi creativi per sperimentare concretamente l’esistenza delle diversità nei colori e nei materiali usati e scoprire la bellezza nel metterli insieme.
E poi...via libera alla creatività con lane e colori!
L'ARTE NON HA FRONTIERE!
Il "PROGETTO ARCOBALENO" consiste in un percorso di educazione all'intercultura rivolto ai bambini di quattro anni ed è frutto della collaborazione fra le insegnanti delle Scuole dell'Infanzia di via Buonarroti e via Don Milani e l’Associazione Culturale Bau Atelier. Il progetto è stato proposto e finanziato dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Cernusco sul Naviglio nell'ambito del "Piano per il Diritto allo Studio".
Prendendo spunto dalla lettura del racconto “IL TAPPETO DELL’AMICIZIA” abbiamo proposto due percorsi creativi per sperimentare concretamente l’esistenza delle diversità nei colori e nei materiali usati e scoprire la bellezza nel metterli insieme.
E poi...via libera alla creatività con lane e colori!
L'ARTE NON HA FRONTIERE!
FdC 23/5: una serata indimenticabile
La serata è iniziata con il concerto di Jovica Jovic e i Muzicanti. Ma chi è il maestro Jovica ?
Nato in Serbia, da una famiglia rom, suona da quando aveva 9 anni. Il suo strumento è la fisarmonica, e le sue musiche sono intrise delle note rom e delle sfumature balcaniche. Ha registrato numerosi dischi nella sua vita, come solista o come membro di orchestre: il primo fu nel 1972, si intitolava Beograd Disc e venne inciso in Serbia. In seguito, con una formazione di 7 elementi in Austria, ha inciso un disco e un video musicale.
In Italia ha collaborato nel 2000 con Piero Pelù, partecipando alla sua tournée e registrando un video con lui.
Jovica è un musicista e anche un cantastorie: la dimensione del cantastorie indica un mondo dove le storie nascono da uno scambio ripetuto tra chi dice e chi registra, da un interesse per l’altro, da parte del ricercatore, che annulla la distanza, proprio perché riconosce come valore la differenza. Moni Ovadia e Marco Rovelli hanno scritto un libro sulla sua vita, dal titolo “La vita meravigliosa di Jovica Jovic”.
Si legge nel libro: “Bisogna sempre attraversare terre sconosciute, prima di capire e giudicare. Non è restando nel recinto che si cresce”.
Vorrei aggiungere: perché questo percorso avvenga, bisogna aver fiducia profondamente negli altri. Sospendere il nostro bagaglio di pregiudizi e conoscenze, e conservare le parole e le musichi che l’altro ci offre, come un qualcosa che ci passa dentro, che ci abbraccia.
Nello sguardo di Jovica, a fierezza e la malinconia di un popolo che viene da lontano, che ha percorso millenni.
Il suo progetto musicale è quello di amalgamare musicisti, che intorno a lui, italiani e rom, suonano nei concerti in diverse formazioni.
Lo chiamano "maestro", non solo di musica: anche di vita.
Poi la serata è continuata con l'intervento di Alieu Diop, giornalista del Corriere delle Migrazoni. Presentato da Nadia Comi, dell'associazione Spazio Solidale, Alieu ha raccontato il suo lavoro di valorizzazione della letteratura migrante, mediante interviste a scrittori e scrittrici di origine extra-comunitaria.
Alieu ha incontrato un universo femminile ricco di creatività letteraria e di propulsione alla promozione culturale.
Alieu ha presentato il frutto del suo lavoro, mediante un video-intervista. Interessante il suo lavoro, come i racconti dei vari intervistati, del rapporto tra lingua italiana e universo culturale di origine. Come racconta Mohammed Ba, trasferire la cultura africana nella lingua italiana, non è solo una traduzione, ma è
una elaborazione, una declinazione nelle metafore e nelle usanze di un popolo diverso. Eppure è possibile, e i loro libri lo dimostrano. E dimostrano chiaramente la pari dignità di ogni uomo, che indipendentemente dalle sue origini, deve avere l'opportunità di esprimersi e di affermare la propria identità.
Per concludere la serata, la Scuola di danza Aloysius di Bussero, ha infine presentato due pezzi di danza, uno di danza del ventre e uno di flamenco.
Colori e movimenti, hanno chiuso la serata, densa di emozioni e di stimoli.
"Sono serate come queste, che arricchiscono e che lasciano qualcosa dentro, di così profondo, che non sai trovare parole."
Di così profondo, come un seme ...
Per altre foto "continua a leggere"
Nato in Serbia, da una famiglia rom, suona da quando aveva 9 anni. Il suo strumento è la fisarmonica, e le sue musiche sono intrise delle note rom e delle sfumature balcaniche. Ha registrato numerosi dischi nella sua vita, come solista o come membro di orchestre: il primo fu nel 1972, si intitolava Beograd Disc e venne inciso in Serbia. In seguito, con una formazione di 7 elementi in Austria, ha inciso un disco e un video musicale.
In Italia ha collaborato nel 2000 con Piero Pelù, partecipando alla sua tournée e registrando un video con lui.
Jovica è un musicista e anche un cantastorie: la dimensione del cantastorie indica un mondo dove le storie nascono da uno scambio ripetuto tra chi dice e chi registra, da un interesse per l’altro, da parte del ricercatore, che annulla la distanza, proprio perché riconosce come valore la differenza. Moni Ovadia e Marco Rovelli hanno scritto un libro sulla sua vita, dal titolo “La vita meravigliosa di Jovica Jovic”.
Si legge nel libro: “Bisogna sempre attraversare terre sconosciute, prima di capire e giudicare. Non è restando nel recinto che si cresce”.
Vorrei aggiungere: perché questo percorso avvenga, bisogna aver fiducia profondamente negli altri. Sospendere il nostro bagaglio di pregiudizi e conoscenze, e conservare le parole e le musichi che l’altro ci offre, come un qualcosa che ci passa dentro, che ci abbraccia.
Nello sguardo di Jovica, a fierezza e la malinconia di un popolo che viene da lontano, che ha percorso millenni.
Il suo progetto musicale è quello di amalgamare musicisti, che intorno a lui, italiani e rom, suonano nei concerti in diverse formazioni.
Lo chiamano "maestro", non solo di musica: anche di vita.
Poi la serata è continuata con l'intervento di Alieu Diop, giornalista del Corriere delle Migrazoni. Presentato da Nadia Comi, dell'associazione Spazio Solidale, Alieu ha raccontato il suo lavoro di valorizzazione della letteratura migrante, mediante interviste a scrittori e scrittrici di origine extra-comunitaria.
Alieu ha incontrato un universo femminile ricco di creatività letteraria e di propulsione alla promozione culturale.
Alieu ha presentato il frutto del suo lavoro, mediante un video-intervista. Interessante il suo lavoro, come i racconti dei vari intervistati, del rapporto tra lingua italiana e universo culturale di origine. Come racconta Mohammed Ba, trasferire la cultura africana nella lingua italiana, non è solo una traduzione, ma è
una elaborazione, una declinazione nelle metafore e nelle usanze di un popolo diverso. Eppure è possibile, e i loro libri lo dimostrano. E dimostrano chiaramente la pari dignità di ogni uomo, che indipendentemente dalle sue origini, deve avere l'opportunità di esprimersi e di affermare la propria identità.
Per concludere la serata, la Scuola di danza Aloysius di Bussero, ha infine presentato due pezzi di danza, uno di danza del ventre e uno di flamenco.
Colori e movimenti, hanno chiuso la serata, densa di emozioni e di stimoli.
"Sono serate come queste, che arricchiscono e che lasciano qualcosa dentro, di così profondo, che non sai trovare parole."
Di così profondo, come un seme ...
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