giovedì 29 maggio 2014

Calais e Melilla, Lampedusa d'Europa

Calais: evacuazione “sanitaria” di migranti (da Il Manifesto del 28/5/2014)
Calais, Europa, con­fine della zona Schen­gen. In que­sta città, che ha dato il 31,75% al Fronte nazio­nale il 25 mag­gio, ieri ha avuto luogo un’espulsione di due campi improv­vi­sati di immi­grati clan­de­stini, situati in cen­tro, uno sul bordo di un canale l’altro sul porto da dove par­tono i fer­ries per la Gran Bre­ta­gna, la desti­na­zione sognata. Su ordine del Pre­fetto, all’alba i poli­ziotti hanno cir­con­dato le zone occu­pate da tende di recu­pero, dove hanno tro­vato rifu­gio 550–600 per­sone, pro­ve­nienti da paesi in guerra: Siria, Afgha­ni­stan, Sudan, Eri­trea. In mag­gio­ranza sono gio­vani uomini, anche mino­renni, sem­pre più dispe­rati, dispo­sti a pren­dere sem­pre mag­giori rischi per pas­sare clan­de­sti­na­mente sull’altra sponda della Manica.
L’espulsione era stata annun­ciata il 21 mag­gio. La moti­va­zione data dal Pre­fetto, Denis Robin: si sta dif­fon­dendo un’epidemia di scab­bia, i migranti vivono in con­di­zioni deplo­re­voli e la malat­tia rischia di con­ta­giare anche gli abi­tanti di Calais. Ci sono mon­ta­gne di immon­di­zia, c’è il fango, non c’è acqua pota­bile non ci sono sani­tari. Le asso­cia­zioni che si occu­pano di migranti, del resto, il 27 mag­gio ave­vano inviato una let­tera al primo mini­stro Manuel Valls per denun­ciare il degrado della situa­zione sani­ta­ria, in campi di for­tuna cre­sciuti a dismi­sura, dove non esi­ste nes­suna strut­tura di acco­glienza e dove vivono più di 800 per­sone. Chie­de­vano di tro­vare una solu­zione di allog­gio decente.
Gli agenti ieri hanno pro­po­sto ai migranti di salire sui pull­man, pro­met­tendo di por­tarli non si sa bene dove, in un cen­tro dove pren­dere “una doc­cia”. E’ stata data loro una com­pressa con­tro la scab­bia, ne dovreb­bero pren­dere un’altra tra una set­ti­mana, ma nes­suno sapeva dove tro­vare rifu­gio. Il Pre­fetto ha affer­mato che una solu­zione sarà tro­vata per i mino­renni. Ha pro­messo che non ci saranno con­trolli di docu­menti né arre­sti, salvo in caso di ribel­lione. Secondo Cécile Bossy di Méde­cins du Monde, la scusa sani­ta­ria è “un car­ne­vale, un simu­la­cro di cura” messo in scena dalla Pre­fet­tura. Per Vin­cent Deco­ninck del Secours catho­li­que, “la con­co­mi­tan­tza dell’evacuazione con l’annuncio della cura per la scab­bia è inde­gna”. La ten­sione è stata molto forte ieri, ci sono stati scon­tri tra poli­zia e mili­tanti di difesa dei diritti umani. Un folto gruppo di migranti ha cer­cato di bar­ri­carsi in una zona chiusa, dove la sera viene distri­buito dalle asso­cia­zioni il solo pasto della gior­nata. Nel pome­rig­gio, senza avere nes­suna solu­zione al pro­blema, il Pre­fetto ha dato il per­messo ai migranti di restare sul posto per pas­sare la notte.


Anche se dal 2012 c’è una cir­co­lare che impone di tro­vare una solu­zione di acco­glienza, la Pre­fet­tura del Pas de Calais non ha nes­suna pro­po­sta da fare ai migranti. Nes­suno vuole allon­ta­narsi dalle vici­nanze del porto, per non per­dere la pos­si­bi­lità di ten­tare il pas­sag­gio clan­de­stino in Gran Bre­ta­gna. I migranti in genere non avviano le pra­ti­che per otte­nere l’asilo in Fran­cia, lun­ghe e com­pli­cate, ma cor­rono sem­pre più rischi per pas­sare la Manica. Quest’anno, ci sono già stati sette morti. L’ultimo è un gio­vane suda­nese, schiac­ciato da un camion il 24 mag­gio, men­tre ten­tava di nascon­dersi nel cofano accanto al motore. Prima, due gio­vani erano stati tra­volti da camion in mano­vra. Due altri sono morti anne­gati, men­tre cer­ca­vano di rag­giun­gere un ferry a nuoto. Un altro è stato schiac­ciato dal carico di auto, a causa di una fre­nata improv­visa del vei­colo dove era riu­scito a nascon­dersi. Anche le risse con i pas­seurs hanno fatto dei morti di recente.
E’ da più di dieci anni che a Calais esi­ste que­sta situazione.
Nel 2002, Nico­las Sar­kozy, che era mini­stro degli interni, aveva chiuso con grande spet­ta­co­la­rità il campo di San­gatte, gestito non lon­tano da Calais dalla Croce rossa. Con­ce­pito per 200 per­sone, alla fine vi ave­vano tro­vato rifu­gio fino a 1600–1800 migranti. Secondo la Croce Rossa dal ’99 al 2002 almeno 67mila per­sone erano pas­sate per San­gatte. Ma, sman­tel­lato il campo, i rifu­giati sono rima­sti. Si erano con­cen­trati nelle dune vicine, in una zona che era stata sopran­no­mi­nata la “giun­gla”. Que­sta sarà sman­tel­lata nel 2009, dal mini­stro degli interni Eric Bes­son. Ma anche que­sta volta i migranti sono rima­sti e hanno cer­cato altre siste­ma­zioni di for­tuna. A Calais esi­stono varie asso­cia­zioni che si pren­dono cura dei migranti, ma con il pas­sare del tempo la stan­chezza sta pren­dendo il soprav­vento, anche per­ché alcuni mili­tanti hanno avuto pro­blemi con la giu­sti­zia, accu­sati di favo­rire l’immigrazione clandestina.Assalto a Melilla, centro al collasso

Spagna. In 500 hanno passato il confine con il Marocco. Il governo Rajoy senza soluzioni aumenta gli agenti (da Il Manifesto del 28/5/2014)

Tra i passi fron­ta­lieri del Bar­rio Chino e di Beni Enzar, Spa­gna e Marocco hanno dispie­gato copiose forze di poli­zia a guar­dia del con­fine per evi­tare l’entrata di sin pape­les - immi­grati, per lo più sub­sa­ha­riani, senza docu­menti. Non è bastato: in due­mila hanno pro­vato a pas­sare in vari punti, in cin­que­cento — secondo quanto ripor­tato dalle auto­rità locali e testi­mo­niato dalle imma­gini delle tele­ca­mere di sicu­rezza — sono riu­sciti a vali­care la bar­riera di Melilla, l’enclave spa­gnola in terra marocchina.
Si tratta, secondo le fonti, del mag­giore assalto alla dop­pia recin­zione di pro­te­zione, alta sei metri, regi­strato dal 2005, simile a quanto già acca­duto il 18 marzo scorso. Il mini­stro dell’interno del governo spa­gnolo gui­dato da Mariano Rajoy, Jorge Fer­nán­dez Díaz, ha assi­cu­rato che la situa­zione del Cen­tro de estan­cia tem­po­ral de inmi­gran­tes (Ceti) di Melilla è al limite: la capa­cità di acco­glienza di 480 per­sone è stata ampia­mente supe­rata, attual­mente ci sono 1.900 migranti, ai quali si sono aggiunti i nuovi arrivi. Secondo il mini­stro migliaia di migranti sta­reb­bero già scen­dendo dal monte Gurugù, vicino alla fron­tiera maroc­china, per ten­tare di pas­sare in ter­ri­to­rio comu­ni­ta­rio. Il governo ha rea­gito pron­ta­mente con l’immediato dispie­ga­mento di nuove forze a guar­dia della frontiera.
All’alba di ieri i cin­que­cento migranti, mal­me­nati dalla poli­zia, si sono lasciati il Marocco alle spalle al grido di «Spa­gna, Spa­gna» e si sono diretti verso il Cen­tro di sog­giorno tem­po­ra­neo dove sono stati rice­vuti fra canti di vit­to­ria dai migranti «ospi­tati» nella struttura.


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